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Essere un’azienda carbon neutral in concreto: la roadmap sostenibile

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Davanti alle istanze di stakeholder e consumatori, il target “carbon neutral” è ormai un dovere per le imprese: ecco gli step da intraprendere per evitare rischi di greenwashing.

Essere un’azienda carbon neutral non è più un vezzo, né una semplice scelta di stampo etico. Oggi la Carbon Neutrality rientra fra i target strategici cui le imprese non possono più sottrarsi: diventare carbon neutral è quindi un vero e proprio dovere.

A spingere in questa direzione è la domanda combinata di mercato, stakeholder e regolamentatori: un quadro di ambizioni complesso e articolato, che finisce per influire sulle strategie aziendali a 360 gradi. La scelta di intraprendere un percorso verso Net Zero o la Carbon Neutrality ridisegna infatti non solo le operazioni e i processi interni, ma anche la conformazione dell’intera supply chain e i rapporti con gli investitori. Quel che ne emerge è il ritratto di un’organizzazione che della sostenibilità fa un punto di forza strategico, e non solo uno strumento di promozione del brand.

 

“Un imperativo morale, ma anche una decisione commerciale”

L’importanza del tema è evidenziata da numerosi studi di settore, che in modo diversi mettono in luce la crescente sensibilità che si sta sviluppando intorno a queste istanze. Un report di McKinsey e Nielsen IQ (febbraio 2023), ad esempio, ha preso in esame cinque anni di vendite negli Stati Uniti ed è giunto alla conclusione che intraprendere questa strada sia per le aziende non solo un imperativo morale, ma anche una solida decisione commerciale”. Dalle analisi emerge infatti che i prodotti con dichiarazioni Esg hanno rappresentato negli ultimi cinque anni il 56% di tutta la crescita dei volumi di vendita: di questi, quelli con indicazioni non particolarmente diffuse e dunque più qualificanti – come “carbon zero” – sono cresciuti dell’8,5% in più rispetto agli altri.

A casa nostra, l’indagine sullo Stato dell’arte della sostenibilità per imprese e consumatori pubblicata da Confindustria (novembre 2023) ha aggiunto un tassello al quadro: i consumatori italiani, al momento dell’acquisto, considerano molto importanti alcuni fattori, fra cui una filiera produttiva sostenibile dell’azienda produttrice (32%), l’uso di fonti di energia rinnovabili da parte dell’azienda (29%) e la trasparenza di comunicazione (42%). In generale, nonostante laspetto economico abbia un grosso peso, cresce il ruolo della sostenibilità, che risulta essere rilevante per circa l’80% degli intervistati, di cui il 28% si dichiara molto attento a questo fattore e il 52% abbastanza attento.

 

Essere carbon neutral: un requisito di compliance

A tutto questo si aggiunge lo stimolo di provenienza istituzionale. A fronte di un obiettivo di azzeramento delle emissioni nell’orizzonte 2050, è ormai chiaro, infatti, che tutte le aziende dovranno considerare la necessità di dimezzare le loro emissioni ogni decennio, il che si traduce in un tasso di riduzione medio del 7% allanno. E questo è un dato che si inquadra fra gli imprescindibili requisiti di compliance, più che fra le suggestioni provenienti dal mercato: qualcosa, insomma, che “s’ha da fare”.

 

Essere un’azienda carbon neutral: serve una roadmap pragmatica

Ma quali sono i passi da compiere per essere davvero un’azienda carbon neutral, scongiurando rischi di greenwashing ed evitando percorsi inutili e sprechi di tempo e risorse, incapaci di portare a risultati concreti? Secondo la definizione dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), l’organismo istituito dalle Nazioni Unite per lo studio del cambiamento climatico, la neutralità carbonica” si realizza quando avviene un bilanciamento tra la CO2 emessa nellatmosfera e la CO2 ridotta o catturata dallatmosfera in un determinato periodo di tempo.

Per arrivare a questo risultato, la chiave di volta sta nell’intraprendere una roadmap molto pragmatica, che coinvolga i massimi livelli del management in modo da disporre delle leve necessarie per valorizzare e implementare questa trasformazione nelle strategie aziendali, creando al contempo un vantaggio competitivo nel medio-lungo periodo.

Più nel dettaglio, l’organizzazione dovrà predisporre dei piani che dichiarino con chiarezza e trasparenza gli obiettivi di riduzione delle emissioni attraverso azioni, obiettivi, verifiche e divulgazione. Questi piani da un lato consentiranno di programmare e misurare la riduzione delle emissioni, e dall’altro permetteranno di gestire, attraverso attività di compensazione, anche la parte di emissioni che non si riesce o non si può ridurre.

 

Quattro passaggi chiave per essere un’azienda carbon neutral

La roadmap per arrivare ad essere un’azienda carbon neutral si riassume in una serie di passaggi chiave.

  1. Calcolo della Carbon Footprint. Il passo iniziale è il calcolo, attraverso metodologie standardizzate e riconosciute a livello internazionale, calcoleremo con precisione la vostra carbon footprint, ovvero l’“impronta carbonica” dell’azienda. Al dato si giunge considerando la somma complessiva delle emissioni di gas a effetto serra, comprese le emissioni di CO2, derivanti da tutte le attività di un’azienda, sia dirette che indirette, tenendo presente anche il coinvolgimento della supply chain: conoscere questo dato è cruciale per comprendere il proprio impatto ambientale e identificare le aree in cui è possibile migliorare. Non solo. L’analisi permette anche di generare i documenti ufficiali per il report di sostenibilità.
  2. Definizione di un piano di gestione ad hoc.Una volta quantificato l’impatto ambientale, l’appoggio di una consulenza qualificata consente di delineare un piano di gestione personalizzato, che comprenda tempistiche, misure di mitigazione, emissioni residue da compensare e modalità di compensazione. Vengono quindi valutate sia le potenzialità di riduzione diretta delle emissioni Scope 1 e Scope 2, sia gli interventi per la riduzione delle emissioni della propria value chain o Scope 3 (a livello di fornitura e di prodotti e servizi immessi sul mercato).
  3. Implementazione e monitoraggio. Il piano di gestione va a questo punto implementato e monitorato nel tempo, attraverso KPI specifici e strumenti di analisi, per evidenziare i progressi verso il target di Neutralità carbonica. La misurabilità e la condivisione dei dati rappresentano valori estremamente preziosi: su di essi e sulla loro attendibilità scientifica si fonda infatti la possibilità di garantire la trasparenza e l’affidabilità dei propri impegni ambientali.
  4. Gestione della Neutralità Carbonica: al raggiungimento del target finale inizia un nuovo, cruciale percorso. Una volta che l’azienda può affermare di essere carbon neutral, è essenziale che sia anche in grado di comunicare in modo corretto e trasparente il proprio impegno ambientale. Ecco dunque che emerge l’importanza di disporre di dati e insight affidabili e scientifici, da sottoporre agli stakeholder per garantirsene l’appoggio e alimentare un rapporto di reciproca fiducia.

 

Una questione di emissioni e di vision: l’importanza di un partner

La roadmap per essere un’azienda carbon neutral rappresenta un percorso complesso, che implica la disponibilità di know how, tecnologie e vision specifiche. Per un’impresa è estremamente arduo “fare tutto da sola”: oltre alle competenze che consentono di intercettare i corretti ambiti d’azione e gli oggetti di analisi, oltre alle soluzioni tecnologiche in grado di adeguare i processi e sviluppare metriche affidabili, è infatti importante sviluppare anche un mindset in grado di trasformare in valore i risultati ottenuti. E solo l’appoggio di una consulenza specializzata può orientare il management in questo senso.

Il nodo è far sì che l’azienda non si accontenti solo di implementare una roadmap certificata per ridurre le emissioni, ma aspiri a diventare un “veicolo di sostenibilità” sul mercato, ridefinendo il modello di business e puntando sulla reingegnerizzazione di prodotti e servizi. In tal modo l’organizzazione inquadrerà l’impatto climatico fra i temi cruciali di tutte le fasi legate allo sviluppo del business, sino a diventare portavoce di queste istanze nel suo posizionamento sociale e pubblico, portando enormi benefici a se stessa, al suo ecosistema, al mercato e al pianeta nel suo complesso.

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