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Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD) approvata dal Parlamento europeo

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Un altro importante passo avanti nella sostenibilità aziendale UE: pubblicata in Gazzetta Ufficiale la CSDDD

Un’altra importante novità normativa in materia di sostenibilità ha recentemente visto protagonista l’Unione europea: la Direttiva 2024/1760, meglio nota come Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD o CS3D), è stata pubblicata in “Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea” il 5 luglio 2024, e diventerà effettiva dal 26 dello stesso mese: da quel giorno gli Stati membri avranno due anni per recepirla all’interno dei propri ordinamenti nazionali.

Iter di approvazione della Direttiva

La prima proposta in merito a una normazione più rigorosa e puntuale sulla “due diligence” aziendale era stata accolta dalla Commissione Europea il 22 febbraio 2022, ma in questi due anni e mezzo aveva dovuto affrontare diversi ostacoli prima di raggiungere l’approvazione: la bozza del testo aveva subito un duplice stop dal COREPER (Comitato permanente dei rappresentanti presso l’Unione europea) il 28 febbraio e il 9 marzo 2024, facendo credere che una eventuale approvazione sarebbe dovuta passare da un Parlamento europeo rinnovato nella sua composizione dalle elezioni di giugno. Invece, a seguito di una revisione del testo, a marzo 2024 gli ambasciatori degli Stati membri si sono accordati su una versione del testo della direttiva più “soft” che il 24 aprile è passato alla votazione, e conseguente approvazione, del Parlamento Europeo. L’iter legislativo, prima dell’introduzione in Gazzetta Ufficiale, ha visto anche la necessaria approvazione del Consiglio europeo, avvenuta il 24 maggio.

Qual è l’obiettivo della CSDDD?

La direttiva imporrà nuovi obblighi alle aziende in merito alla gestione degli impatti, potenziali o effettivi, che esse genereranno su diritti umani e ambiente, a vari livelli: da quelli strettamente connessi all’operato aziendale, a quelli causati dalle aziende affiliate, fino a quelli che prendono luogo lungo la catena del valore.

La Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD) stabilisce le regole relative a:

  1. Obblighi delle aziende per quanto riguarda gli impatti negativi reali o potenziali sui diritti umani e sull’ambiente derivanti dalle loro attività, da quelle delle loro filiali e dalle operazioni dei loro partner commerciali;
  2. Responsabilità per la violazione di tali obblighi (1);
  3. Obbligo di adottare e attuare un piano di transizione per mitigare i cambiamenti climatici, volto a garantire che il modello economico sia compatibile con un’economia sostenibile e a limitare il riscaldamento globale a 1,5° C, in linea con l’Accordo di Parigi.

Quali aziende saranno coinvolte dalla CSDDD?

La direttiva sarà gradualmente obbligatoria dal:

  • 26 luglio 2027: per le aziende dell’UE con più di 5000 dipendenti e un fatturato mondiale netto superiore a 1,5 miliardi di €, e per le aziende non-UE con un fatturato netto superiore a 1,5 miliardi di € nell’UE.
  • dal 26 luglio 2028: per le aziende dell’UE con più di 3000 dipendenti e un fatturato mondiale superiore a 900 milioni di €, così come per le aziende non-UE con un fatturato netto superiore a 900 milioni di € nell’UE.
  • dal 26 luglio 2029: per le aziende dell’UE con più di 1000 dipendenti e un fatturato mondiale superiore a 450 milioni di €, così come per le aziende non-UE con un fatturato netto superiore a 450 milioni di € nell’UE.

Il cambiamento al testo menzionato nel precedente paragrafo ha comportato un cambiamento rilevante nelle soglie, che originariamente dovevano comprendere le aziende UE con più di 500 dipendenti e un fatturato mondiale di 150 milioni di euro. Secondo uno studio del “The Centre for Research on Multinational Corporations” (SOMO)[1] l’aver innalzato la soglia minima a 1000 dipendenti e 450 milioni di fatturato ha ridotto lo scopo di applicazione del 67%, riguardando direttamente così 5.421 aziende a livello europeo e 737 a livello italiano. Ciò nonostante, è giusto ricordare che queste cifre non comprendono le aziende coinvolte “indirettamente”, ovvero quelle facenti parte della catena del valore delle grandi aziende già soggette, che, in quanto tali, avranno la necessità di raccogliere da loro le informazioni per risultare conformi.

[1] Ethical Trade

Obblighi della Direttiva CSDDD: due diligence

Attuare un processo di due diligence strutturato ed efficace significa mettere in pratica diverse fasi di lavoro.  Innanzitutto, se non presente, il punto di partenza dovrebbe essere necessariamente l’integrazione della condotta d’impresa responsabile all’interno delle politiche e dei sistemi di gestione dell’impresa, definendo e formalizzando, per esempio, una policy sui diritti umani.

Identificare e valutare gli impatti negativi

Successivamente, è necessario individuare e valutare gli impatti negativi, sia reali che potenziali, sui diritti umani e sull’ambiente, a tre diversi livelli: nell’attività aziendale, nella catena di fornitura e nelle relazioni commerciali: ciò necessita dell’attuazione di una valutazione dei rischi, svolta con un coinvolgimento degli stakeholder da essi interessati.

Prevenzione e mitigazione degli impatti

Una volta identificati, la fase successiva deve prevedere la loro cessazione, prevenzione o mitigazione, accompagnate dalla definizione di un Piano d’Azione che formalizzi il modus operandi dell’azienda. Sarà importante ottenere garanzie contrattuali dai partner commerciali o interrompere il rapporto se l’impatto negativo effettivo è grave.

Rimediare agli impatti negativi effettivi

Questa fase dovrà necessariamente essere seguita poi da un attento monitoraggio dei risultati derivati dalle misure implementate, attuabile tramite degli appositi strumenti come i KPI (Key Performance Indicators), per rimediare agli impatti negativi causati, singolarmente o in combinazione.

Scambio d’informazione con stakeholder

Se le misure risulteranno essere efficaci, sarà giusto che l’azienda preveda poi una loro comunicazione verso l’esterno, che metta efficacemente tutti gli stakeholder a conoscenza del Piano d’azione implementato.

Meccanismo di comunicazione e procedura di reclamo

Un’altra fase importante è l’implementazione di strumenti di segnalazione e canali di reclamo per coloro che nutrono legittime preoccupazioni riguardo agli effetti negativi. Inoltre, è fondamentale coinvolgere in modo efficace i portatori di interesse rilevanti attraverso consultazioni trasparenti.

Monitoraggio dell’efficacia delle misure

Effettuare valutazioni periodiche per valutare e monitorare l’efficacia delle misure adottate. Sarà essenziale prevenire, arrestare o minimizzare gli impatti negativi, adottando le misure appropriate per tutelare i diritti umani e l’ambiente.

Comunicazione al pubblico

Pubblicare sul proprio sito web una dichiarazione annuale sulla propria due diligence, a meno che non pubblichi già un rapporto di sostenibilità in linea con la CSRD.

La direttiva, oltre alla gestione degli impatti, prevede anche degli obblighi di adozione (e inserimento in piano di transizione) di misure che collaborino alla mitigazione dei cambiamenti climatici, garantendo la compatibilità della strategia aziendale con la transizione verso un’economia sostenibile, in linea con le disposizioni dell’accordo di Parigi, volte a limitare l’aumento del riscaldamento globale a 1,5 °C.

Supervisione delle autorità e sanzioni

Come per quanto previsto dalla CSRD, in caso di mancata compliance alla CSDDD sarà prevista l’applicazione di sanzioni: in questo senso il testo della direttiva prevede che gli Stati membri debbano assegnare a delle autorità di vigilanza il compito di effettuare le dovute verifiche sull’attività delle imprese che operano sul territorio nazionale, e potranno imporre delle sanzioni fino al 5% del fatturato globale dell’azienda. La stessa disposizione era presente nel testo della bozza di decreto di recepimento della CSRD e, in quel caso, era stata identificata la CONSOB come autorità di vigilanza designata al controllo e all’imposizione di sanzioni.

Saranno introdotte anche altre sanzioni, come:

Autorità di controllo

  • Ogni Stato membro designerà autorità specifiche.
  • Queste autorità avranno il potere di condurre indagini approfondite.
  • Potranno effettuare ispezioni in loco e richiedere documenti.

Responsabilità civile

  • Le aziende saranno ritenute responsabili dei danni causati dal mancato rispetto dei loro obblighi.
  • Obbligo di risarcire le vittime, siano esse individui, comunità o ecosistemi.
  • Le parti interessate possono intraprendere azioni legali per far valere i propri diritti.

Piano di transizione climatica

Le aziende dovranno attuare un piano di transizione per mitigare gli effetti delle loro attività sul cambiamento climatico, puntando alla compatibilità con un’economia sostenibile e limitando il riscaldamento globale a 1,5°C.

Ecco gli elementi chiave di questo piano:

Obiettivi a lungo termine

  • Compatibilità con un’economia sostenibile
  • Limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, in linea con l’Accordo di Parigi.

Componenti del piano

  • Valutazione dell’attuale impronta di carbonio.
  • Identificazione delle principali fonti di emissione di gas a effetto serra.
  • Definizione di obiettivi di riduzione delle emissioni a breve, medio e lungo termine.
  • Strategie per l’efficienza energetica e le energie rinnovabili.
  • Innovazioni tecnologiche per processi produttivi più puliti.
  • Gestione sostenibile della catena di fornitura.

Monitoraggio e reporting

  • Definizione di indicatori chiave di prestazione (KPI) per misurare i progressi compiuti.
  • Relazioni annuali sui progressi del piano di transizione.
  • Revisioni periodiche del piano per adattarlo alle nuove tecnologie e normative.

Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD): i prossimi passi

La CSDDD è stato pubblicata ed entrerà in vigore il 25 luglio. Gli Stati membri avranno due anni di tempo per recepirlo nella loro legislazione nazionale.

L’attuazione della Corporate Sustainability Due Diligence Directive seguirà un processo in più fasi:

  1. Periodo di recepimento di due anni per gli Stati membri
    • Adattamento alla legislazione nazionale
    • Creazione delle strutture amministrative necessarie
  2. Formazione e sensibilizzazione delle aziende sui nuovi obblighi
  3. Periodo di adattamento delle aziende per raggiungere la conformità
  4. Inizio dell’applicazione effettiva e dei controlli

Questo approccio graduale è stato concepito per dare agli Stati membri e alle aziende il tempo necessario per adattarsi, garantendo al contempo un’efficace attuazione della direttiva.

Conclusione

L ‘approvazione della CSDDD rappresenta un passo significativo verso una maggiore responsabilità aziendale e una governance sostenibile vedendo, al pari della CSRD, un ruolo da protagonista da parte dell’Unione europea nell’integrazione di tali aspetti all’interno dei modelli di gestione attualmente in vigore a livello europeo. Una direttiva su queste tematiche è tanto ambiziosa quanto necessaria: la speranza è che i risultati della sua applicazione portino presto benefici, in quanto gli impatti su ambiente e diritti umani, soprattutto lungo le catene del valore delle grandi aziende, sono spesso non attenzionati a sufficienza.

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