Il credito d’imposta è un’agevolazione fiscale che consente alle imprese di recuperare parte del costo sostenuto per un investimento attraverso un credito utilizzabile esclusivamente in compensazione tramite modello F24.
L’obiettivo principale è incentivare gli investimenti aziendali, promuovere l’innovazione e sostenere la crescita economica. Le imprese possono beneficiare di questo strumento in diversi ambiti, come la ricerca e sviluppo, l’acquisto di nuovi macchinari, la digitalizzazione, l’efficientamento energetico e la formazione del personale.
Queste agevolazioni rappresentano delle grandi opportunità per le imprese per restare al passo con l’evoluzione tecnologica e promuovere competitività e resilienza. Tuttavia, occorre conoscere i criteri, i requisiti e gli oneri legati a queste misure, per evitare di incorrere in sanzioni o non vedersi riconosciuta l’agevolazione. Vediamo quali sono le opportunità per il 2025.
Il credito d’imposta ZES Unica
Il credito d’imposta ZES Unica rappresenta un’agevolazione fiscale pensata per incentivare gli investimenti nelle regioni del Mezzogiorno. La misura sostituisce il precedente credito d’imposta Mezzogiorno (o bonus Sud) e si rivolge a tutte le imprese, italiane e straniere, che effettuano investimenti in beni strumentali per strutture produttive ubicate in Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna, Abruzzo e Molise.
Lo strumento è mirato ad agevolare investimenti di un importo compreso tra 200.000 e 100 milioni di euro effettuati tra il 1° gennaio 2025 ed il 15 novembre 2025. Tra le spese ammissibili rientrano:
- investimenti che rientrano in un progetto iniziale, come la creazione di un nuovo stabilimento, la diversificazione o l’ampliamento della produzione, o l’acquisizione di un’attività in chiusura
- l’acquisto di nuovi macchinari, impianti e attrezzature, anche tramite leasing, destinati a strutture produttive nuove o esistenti ubicate nel territorio della ZES
- acquisto o l’ampliamento di immobili strumentali, con un limite del 50% del valore totale dell’investimento
L’entità del credito riconosciuto varia in base alla dimensione dell’impresa e alla regione in cui si effettua l’investimento – con intensità che spaziano dal 15% al 60% dei costi ammissibili – e con maggiorazioni per le aree di Taranto e del Sulcis.
Crediti d’imposta per gli investimenti in beni strumentali materiali
Per il 2025 le imprese possono ancora usufruire degli incentivi previsti dal Piano Transizione 4.0 per gli investimenti in beni strumentali materiali.
Il credito d’imposta per i beni strumentali materiali, nello specifico, è volto ad agevolare gli investimenti in beni strumentali materiali tecnologicamente avanzati effettuati fino al 31 dicembre 2025, con possibilità di proroga al 30 giugno 2026, a condizione che al 31 dicembre 2025 l’ordine sia stato accettato dal fornitore e che sia stato saldato almeno il 20% del costo del bene.
Per quanto riguarda le aliquote, per il 2025 sono modulate come segue:
- 20% del costo per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
- 10% per la quota di investimenti compresa tra 2,5 milioni di euro e 10 milioni di euro;
- 5% per la quota di investimenti compresa tra 10 milioni di euro ed il limite massimo di 20 milioni di euro
Credito d’imposta ricerca e sviluppo
Questa misura è rivolta all’agevolazione di investimenti in ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale in campo scientifico o tecnologico.
Le spese ammissibili riguardano, con diversi massimali: spese per il personale; quote di ammortamento, canoni di locazione o leasing per beni materiali; contratti di ricerca extra muros, quote di ammortamento per acquisto di privative industriali; consulenze e servizi equivalenti; materiali e forniture.
Dal 1°gennaio 2025 il credito d’imposta ricerca e sviluppo è erogato con un’unica aliquota fissata al 10% e un massimale di spesa fissato a 5 milioni di euro.
Il credito d’imposta Transizione 5.0
Il Credito d’imposta Transizione 5.0 è un’agevolazione pensata per incentivare le imprese italiane a investire in innovazione e riduzione dei consumi energetici nel biennio 2024-2025.
Per beneficiare del credito d’imposta, le imprese devono investire in beni strumentali materiali e immateriali tecnologicamente avanzati, interconnessi al sistema aziendale. Inoltre, tali investimenti devono portare a una riduzione dei consumi energetici di almeno il 3% a livello di struttura produttiva o del 5% a livello di processo.
Tra gli investimenti ammissibili vi sono beni materiali e immateriali 4.0 (allegati A e B del Piano Transizione 4.0), l’acquisto di beni per l’autoproduzione di energia rinnovabile e le spese di formazione del personale per competenze digitali ed energetiche.
L’intensità del credito d’imposta varia in base alla riduzione dei consumi energetici ottenuta e all’ammontare dell’investimento, con percentuali che aumentano al crescere della riduzione dei consumi.
Transizione 5.0, il credito d’imposta per gli investimenti in sistemi di autoproduzione e consumo energetico
Come già specificato, gli incentivi del Piano Transizione 5.0 includono anche agevolazioni per l’installazione di pannelli fotovoltaici, incentivando così l’autoproduzione e l’autoconsumo di energia rinnovabile.
L’obiettivo del Piano è infatti favorire la transizione energetica delle imprese, in linea con gli obiettivi del PNRR e il piano Repower EU per l’indipendenza energetica dell’UE.
Per questo, per le imprese che realizzano investimenti in beni strumentali 4.0 che generano un risparmio energetico – secondo i requisiti indicati dalla normativa – possono accedere a un credito d’imposta per l’agevolazione dell’acquisto di sistemi per autoproduzione e autoconsumo di energia, come gli impianti fotovoltaici. In questo caso, l’incentivo è quindi subordinato e collegato all’attivazione di un investimento principale in beni 4.0 con finalità di efficientamento energetico.
Le imprese possono beneficiare di un credito d’imposta fino al 63% dei costi sostenuti per l’acquisto e l’installazione di tali impianti, a condizione che rispettino specifici requisiti tecnici.
L’intensità del credito varia in base all’efficienza dei moduli fotovoltaici: si applica una maggiorazione del costo agevolabile del 130% per moduli prodotti nell’UE con efficienza pari o superiore al 21,5%, del 140% per moduli con celle prodotte nell’UE con efficienza pari o superiore al 23,5%, e del 150% per moduli bifacciali con celle ad alta efficienza prodotti nell’UE.
Crediti d’imposta, perché affidarsi ad Ayming
Il credito d’imposta è uno strumento molto apprezzato dalle aziende e che, negli anni, è stato in grado di stimolare gli investimenti come dimostra, ad esempio, la relazione sull’efficacia delle agevolazioni del Piano Transizione 4.0 nel periodo 2020-2022.
Tuttavia, non si tratta di misure automatiche ma soggette al rispetto di criteri e procedure stringenti e che impegnano le aziende a tutta una serie di comunicazioni, prenotazioni, certificazioni e altri oneri documentali. Il mancato rispetto di queste condizioni espone l’impresa al rischio di non vedersi riconosciuto il credito o di successive rivalse da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Ecco perché è bene affidarsi a specialisti di finanza agevolata, capaci di individuare gli strumenti più rilevanti per ciascuna azienda e accompagnarla lungo tutto il processo di accesso agli incentivi.
Ayming ha costruito nel tempo una forte specializzazione in questo ambito. L’azienda adotta un approccio integrato, suddiviso in due fasi chiave: la valutazione strategica e l’implementazione operativa.
Un supporto completo per la gestione del credito d’imposta
I consulenti di Ayming offrono un’assistenza completa, che include il supporto durante eventuali ispezioni fiscali e la verifica di crediti pregressi.
I progetti sono gestiti tramite una piattaforma proprietaria, che assicura una corretta e tempestiva comunicazione con i clienti e permette alle aziende di vedere, in tempo reale, tutti i documenti rilevanti.
Attraverso i suoi servizi, Ayming assicura la piena compliance alle normative, gestendo la raccolta documentale, l’analisi dei requisiti e il calcolo del beneficio, massimizzando così il vantaggio fiscale per l’impresa.
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