Nuove risorse per il credito d’imposta Zes Unica
Il Consiglio dei Ministri del 7 agosto ha approvato un ulteriore stanziamento di 1,6 miliardi di euro destinato al credito d’imposta Zes Unica. Questo stanziamento si aggiunge alle risorse già previste, con l’obiettivo di potenziare le agevolazioni fiscali per le imprese che operano nelle Zone Economiche Speciali.
L’intervento ha l’obiettivo di integrare la percentuale di riparto del credito attualmente fissata al 17.68% del credito d’imposta Zes Unica richiesto dalle imprese, dopo la pubblicazione del provvedimento del 22 luglio 2024 dell’Agenzia delle Entrate.
La percentuale attuale, infatti, è frutto di richieste pari a 9,4 miliardi a fronte di uno stanziamento iniziale finanziario di appena 1,6 miliardi (a cui si aggiungono gli ulteriori 1,6 miliardi citati in questo articolo).
Credito Zes Unica: adempimenti aggiuntivi per le imprese
Con l’incremento delle risorse, è stato introdotto un nuovo obbligo per le imprese beneficiarie, che dovranno presentare una comunicazione integrativa tra il 18 novembre ed il 2 dicembre 2024 per attestare gli interventi realizzati entro il 15 novembre 2024, l’ammontare del credito d’imposta e le fatture elettroniche connesse.
Criticità e prospettive future
Nonostante l’incremento degli stanziamenti, potremmo definire l’intervento come un “pannicello caldo”, capace di fornire solo un modesto incremento delle aliquote effettive per il 2024 ma inidoneo nel lungo periodo. Questa misura potrebbe risultare insufficiente se non accompagnata da una revisione significativa del credito d’imposta ZES UNICA e delle agevolazioni per il Mezzogiorno.
Possibili miglioramenti
Per migliorare l’efficacia del credito d’imposta, si potrebbero considerare diverse modifiche:
- Soppressione delle agevolazioni contributive destinate alle imprese nel Mezzogiorno, in modo da concentrare le risorse sul solo credito d’imposta.
- Obbligo di versamento di un acconto, similmente al credito d’imposta Transizione 5.0, con un acconto pari al 20% dell’investimento.
- Incrementare le ULA (unità di lavoro annue) in modo da selezionare e premiare gli investimenti che generano un impatto positivo sull’occupazione.
Necessità di una revisione normativa
Un ulteriore miglioramento potrebbe essere rappresentato dalla revisione della norma istitutiva del credito d’imposta ZES UNICA, accompagnata da una circolare esplicativa. Tra le proposte, l’inclusione di software e beni destinati alla produzione di energia rinnovabile in autoconsumo, escludendo beni immobili già usati.
Focus sull’industria manifatturiera
Infine, il credito d’imposta dovrebbe essere destinato esclusivamente all’industria manifatturiera, settore essenziale per il Mezzogiorno, che ha mostrato segni di stagnazione nelle recenti statistiche ISTAT (-0,5% nel 2023 a fronte di una crescita dei servizi pari all’ +1,8). Un maggiore sostegno a questo settore potrebbe rappresentare un volano per un’economia più stabile e a maggior valore aggiunto, contrastando la fuga di manodopera qualificata.
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