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CSRD – Approvato in esame preliminare il decreto di recepimento italiano

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La rendicontazione di informazioni di sostenibilità per l’Italia compie un importante passo avanti, forse quello decisivo: il Consiglio dei ministri, in data 10 giugno, ha approvato in esame preliminare il Decreto Legislativo che recepisce la Direttiva (UE) 2022/2464, anche nota come Corporate Sustainability Reporting Directive. La prima approvazione del Consiglio dei ministri segue la proposta avanzata dei Ministri per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, e dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti.

La direttiva, anche detta CSRD, determina sostanziali cambiamenti in merito alla rendicontazione societaria su tematiche ESG, ed entrando in vigore gradualmente fino al 2029, arriverà ad essere obbligatoria per circa 42.500 aziende sul continente europeo. Il termine della delega per il recepimento della CSRD, previsto inizialmente il 6 luglio 2024, è prorogato al 10 settembre 2024.

La legge di delegazione italiana

A tal merito, l’Italia si era attivata approvando a febbraio 2023 la Legge di Delegazione Europea 2022/2023, che ha delegato il Governo a procedere con il recepimento della Corporate Sustainability Reporting Directive e di altri atti legislativi. Infatti, la stessa legge di delegazione europea, che aveva scadenza proprio il 10 giugno, era composta da 17 articoli, contenenti princìpi e criteri direttivi specifici per l’esercizio della delega per il recepimento della CSRD e di altre 6 regolamenti e 8 direttive, tra cui la “Direttiva 2022/431/Ue sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti dall’esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni durante il lavoro”,  e la “Direttiva 2023/970/Ue sul rafforzamento dell’applicazione del principio della parità di retribuzione tra uomini e donne per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore attraverso la trasparenza retributiva”.

La legge di delegazione, per quanto riguarda la CSRD, stabiliva che, al fine di procedere con il recepimento, il Governo dovesse prima apportare alcune modifiche alla normativa nazionale vigente, in modo da garantire il corretto e recepimento del testo europeo. Ciò ha portato il Parlamento a stabilire che il governo dovesse modificare, nello specifico, i seguenti decreti legislativi:

  • il decreto legislativo 30 dicembre 2016, n. 254, sulla comunicazione di informazioni di carattere non finanziario e di informazioni sulla diversità da parte di imprese e gruppi di grandi dimensioni
  • il decreto legislativo 18 agosto 2015, n. 136, relativa ai bilanci d’esercizio, ai bilanci consolidati e alle relative relazioni di certe tipologie di imprese
  • il decreto legislativo 27 gennaio 2010, n. 39, relativa alle revisioni legali dei conti annuali e dei conti consolidati
  • il testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, di cui al decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58,
  • il testo unico delle disposizioni in materia bancaria e creditizia, di cui al decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385,
  • il codice delle assicurazioni private, di cui al decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209,

La Legge di Delegazione Europea 2022/2023 stabiliva inoltre che la CONSOB avrebbe dovuto estendere l’esercizio dei propri poteri di vigilanza, conducendo indagini ed erogando sanzioni se necessarie al fine di garantire che le aziende italiane oggetto della direttiva rispettassero gli obblighi di rendicontazione di sostenibilità, come previsto dalla Direttiva (UE) 2022/2464, e che dovesse essere coadiuvata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze nel controllo delle attività di revisione sui documenti di sostenibilità.

Per agevolare l’esercizio delle funzioni di vigilanza il decreto stabiliva anche che dovessero essere disciplinate forme di coordinamento e di collaborazione, anche mediante lo scambio di informazioni, tra la Consob e le amministrazioni pubbliche dotate di specifica competenza nelle materie della sostenibilità ambientale, sociale e della tutela dei diritti umani.  La legge di delegazione europea, puntualizzava infine che dall’attuazione della direttiva non avrebbero dovuto derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica: in quanto” Le amministrazioni competenti devono provvedere all’adempimento dei compiti derivanti dall’esercizio della delega con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente”.[1]

Il decreto di recepimento della CSRD in Italia

La Legge di Delegazione Europea 2022/2023 ha quindi dato facoltà al governo di recepire la CSRD, e quest’ultimo ha quindi proceduto con l’approvare il 10 giugno, in esame preliminare, il decreto legislativo di recepimento, contenente le specifiche in merito alla vigilanza e alla collaborazione riportate nel paragrafo sopra. In precedenza, abbiamo già trattato la bozza di decreto di recepimento, che il Ministero dell’Economia e delle Finanze aveva messo in consultazione dal 16 febbraio al 18 marzo 2024. Non erano tardate ad arrivare proposte di cambiamenti al testo da parte delle associazioni di categoria, come Assirevi o Confindustria, specialmente in merito all’estensione del numero di revisori e al sistema sanzionatorio da applicare. Per quanto riguarda il primo punto, nel testo approvato dal Consiglio dei Ministri viene menzionata adesso la figura del “Revisore della sostenibilità”, revisore legale iscritto al Registro che ha la facoltà di svolgere l’attività di assurance sui documenti di rendicontazione di sostenibilità. Emerge dal testo del decreto anche quali sono i requisiti di cui tale figura professionale deve essere in possesso, e la modalità di abilitazione all’attività.

Per quanto riguarda le sanzioni, invece, il decreto, pur mettendo un tetto monetario a quelle applicabili per i primi due anni dalla sua entrata in vigore, non presenta differenziazioni rispetto a quanto era riportato in bozza. Rimane infatti la possibilità di applicazione di sanzioni penali, al pari di quanto accade nella rendicontazione finanziaria, alla luce del fatto che nella suddetta Legge di Delegazione Europea 2022/2023 non viene stabilito “alcun potere di modifica della normativa penalistica”.[2]

Puoi ripercorrere tutti i dettagli della CSRD, gli obblighi per le imprese e gli impatti su grandi aziende e PMI nel nostro approfondimento dedicato

Corporate Sustainability Report Directive (CSRD)

Il recepimento negli altri Paesi

Attualmente sono otto i Paesi che hanno già recepito la CSRD: Francia, Danimarca, Finlandia, Romania, Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca, Liechtenstein, mentre Croazia, Irlanda, Lettonia, Paesi Bassi, Polonia, Spagna hanno avviato le consultazioni sulla proposta di decreto di recepimento.

L’Italia sta quindi procedendo al passaggio dal secondo al primo gruppo, anche perché i tempi sono sempre più stringenti: il termine ultimo per il recepimento nell’ ordinamento nazionale, inizialmente previsto per il 6 luglio e posticipato al 10 settembre 2024, è sempre più vicino.

[1] Legge di delegazione europea 2022/2023, Art. 13. Lettera H.

[2] Decreto di recepimento approvato in via preliminare, Art 10 Comma 2 

 

 

 

 

 

 

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