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CSRD 2024: che cos'è, a chi si applica e quando entra in vigore

Nuovi obblighi per le imprese a partire dal 1° gennaio 2024

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Dopo mesi di attesa, lo scorso 16 dicembre 2022 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea la CSRDCorporate Sustainability Reporting Directive, la direttiva europea relativa alla comunicazione societaria sulla sostenibilità.

Cos’è la Corporate Sustainability Report Directive (CSRD) e a chi si applica

Negli ultimi anni, la sostenibilità ha conquistato un ruolo centrale nelle strategie aziendali, diventando un vero e proprio faro per l’evoluzione delle imprese. In un mondo in rapido cambiamento climatico, le imprese devono passare dalle mere parole ai fatti concreti.

In questo scenario, la CSRD riveste un ruolo chiave: la sua missione è rendere le imprese responsabili, ampliando il numero di soggetti tenuti non solo alla redazione del report di sostenibilità, ma anche a comunicare ai propri stakeholder gli impatti generati su ambiente, persone, e rischi di sostenibilità a cui sono esposte.

La sostenibilità resta ancora un concetto astratto, specialmente per le realtà più piccole, che non sanno bene quali azioni intraprendere. In tale scenario si inserisce la CSRD, a fare da guida e ad offrire maggior chiarezza in un quadro normativo carente. Le nuove norme non sono solo un tentativo di porre rimedio all’indeterminatezza, ma un’opportunità per ridefinire il panorama delle informazioni non finanziarie.

Il nuovo reporting di sostenibilità CSRD

Per essere compliant con la nuova Direttiva, le imprese devono prendere in considerazione diversi aspetti come l’analisi di doppia materialità, la gap analysis e l’analisi della catena del valore.

Analisi di doppia materialità

Il concetto di doppia materialità impone alle imprese di comunicare sia in merito all’impatto delle attività dell’impresa sulle persone e sull’ambiente, sia su come le questioni di sostenibilità incidono sull’impresa.

Le due materialità che lo compongono offrono un punto di vista opposto l’una rispetto all’altra: infatti una, definita materialità d’impatto” offre una prospettivainside- out”, mettendo in evidenza gli impatti generati da parte dell’organizzazione verso l’esterno, nei confronti dell’economia, dell’ambiente o delle persone.

La seconda materialità è definita materialità finanziaria (outside-in), che analizza gli aspetti di sostenibilità esterni finanziariamente rilevanti verso l’organizzazione che influenzano il valore economico intaccando lo sviluppo dell’impresa, i suoi flussi finanziari, la sua situazione patrimoniale o il risultato economico.

Gap Analysis

La Gap Analysis consente alle imprese di calcolare la discrepanza tra il livello attuale di sostenibilità e gli obblighi di trasparenza degli ESRS (European Sustainability Reporting Standards).

Lo scopo di questa analisi è mettere in evidenza le aree di miglioramento e le integrazioni necessarie in fase di raccolta dati e informazioni per essere compliant con la normativa, aiutando le imprese a sviluppare una roadmap efficace per allinearsi agli obblighi e rispondere in modo più adeguato alle aspettative degli stakeholder.

Analisi della catena del valore

L’analisi della catena del valore è fondamentale per identificare gli impatti diretti e indiretti che la filiera ha sull’ambiente e sulla società.

Direttiva CSRD: quali sono i nuovi obblighi per le imprese

La CSRD introduce obblighi di trasparenza dettagliati sulle imprese: impatto sull’ambiente, rispetto dei diritti umani e degli standard sociali, tutto in linea con gli ambiziosi obiettivi climatici dell’Unione. Le aziende saranno pertanto soggette a rigorosi controlli e certificazioni indipendenti, a garanzia dell’affidabilità nei dati forniti. La dichiarazione sulla sostenibilità diventerà un pilastro, equiparata a quella finanziaria, per offrire agli investitori dati comparabili e attendibili.

La vera innovazione è nella coerenza tra informazioni finanziarie e non finanziarie. Questo consentirà alle organizzazioni di intensificare il proprio coinvolgimento, monitorare KPI e fissare obiettivi ambiziosi per ridurre gli impatti. È un passo concreto verso un futuro aziendale trasparente e in linea agli obiettivi di sviluppo sostenibile.

Nuovi obblighi per le imprese a partire dal 1° gennaio 2024

I nuovi obblighi si applicheranno a quasi 50.000 aziende nell’Unione europea, rispetto alle circa 11.700 coperte dalle norme attuali.

Le regole inizieranno ad essere applicate in misura graduale tra il 2024 e il 2028:

  • dal 1° gennaio 2024 per le grandi imprese di interesse pubblico (con più di 500 dipendenti) già soggette alla direttiva sulla dichiarazione non finanziaria, con pubblicazione dei dati nel 2025 sull’anno di rendicontazione 2024;
  • dal 1° gennaio 2025 per le grandi imprese non ancora soggette alla direttiva sulla dichiarazione non finanziaria (con più di 250 dipendenti e/o 50 milioni di euro di fatturato e/o 25 milioni di euro di attività totali), con pubblicazione nel 2026 sull’anno di rendicontazione 2025;
  • dal 1° gennaio 2026 per le PMI e le altre imprese quotate, con pubblicazione nel 2027 sull’anno di rendicontazione 2026. Le PMI possono non applicare la nuova normativa per due anni (ovvero fino al 1° gennaio 2028), salva la necessità di spiegare perché l’impresa ha deciso di avvalersi di tale opzione.
  • dal 1° gennaio 2028 per le società non UE con almeno una filiale o una succursale nell’UE e con un fatturato consolidato UE superiore a 150 milioni di euro, dovranno pubblicare il primo report nel 2029 relativo all’anno di rendicontazione 2028.

 

Perché è importante

La Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) è un cambiamento significativo che estende l’obbligo di comunicazione societaria sulla sostenibilità, sottolineando l’importanza della sostenibilità nelle pratiche commerciali.

Per le imprese, l’adozione della CSRD è fondamentale per garantire una trasparenza maggiore sulle loro performance ambientali, sociali e di governance (ESG). L’approccio ESG comporta una valutazione sistematica e ponderata di questi tre ambiti per garantire un’efficace strategia sostenibile. Le aziende che comprendono e implementano tali criteri, non solo rispondono alle sfide attuali ma si preparano anche a un futuro incerto in modo più resiliente e competitivo.

Inoltre, la conformità alla CSRD permette alle aziende di identificare e gestire meglio i rischi e le opportunità legate alla sostenibilità, migliorando così la loro competitività e aumentando le opportunità di acquisizione di nuovi mercati.

 

Quali sono i vantaggi per le imprese

Migliore Performance Finanziaria, perché gli investitori mostrano sempre più fiducia nella performance a lungo termine degli investimenti ESG.

Accesso facilitato al capitale, infatti le aziende che adottano i criteri ESG vantano costi di finanziamento inferiori e un minor costo del debito, oltre a ottenere un accesso privilegiato al mercato creditizio.

Efficientamento delle risorse e conseguente diminuzione e razionalizzazione dei costi.

Espansione dei mercati e consolidamento della propria posizione nei mercati esistenti.

Soddisfazione dei consumatori che sono diventati più attivi e consapevoli, passando da meri acquirenti a “prosumer” (producer + consumer).

 

Creazione di indicatori standard

La CSRD si basa su indicatori standardizzati, stabiliti dall’EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group), gli ESRS (European Sustainability Reporting Standards) che dettano le linee guida da seguire per redigere il report di sostenibilità.

Lo scopo degli ESRS è quello di rendere confrontabili gli impatti, i rischi e le opportunità di ogni attore rispetto ai criteri ESG che agiscono su Ambiente, Sociale e Governance delle imprese.

 

I nuovi criteri della CSRD

  • Richiede alle aziende la descrizione del proprio modello di business e della strategia aziendale;
  • richiede l’assurance di terza parte delle informazioni rendicontate;
  • introduce requisiti di rendicontazione più dettagliati e l’obbligo di rendicontare secondo gli standard di rendicontazione di sostenibilità obbligatori nell’Unione europea (ESRS);
  • richiede alle aziende di descrivere il ruolo degli organi di amministrazione, gestione e controllo per quanto riguarda le questioni di sostenibilità;
  • principi specifici per le PMI;
  • previsione sanzioni minime;
  • formato digitale dell’Informativa di Sostenibilità.

 

Quale sarà l’impatto della CSRD sulle PMI?

Le imprese che non ricadono sotto la Direttiva saranno coinvolte in modo indiretto. Infatti, le imprese obbligate alla rendicontazione dovranno fornire altresì informazioni di sostenibilità dettagliate relative alla loro catena del valore (Value Chain), coinvolgendo in tal senso sia fornitori che clienti.

È fondamentale sottolineare l’importanza di intraprendere un percorso verso la sostenibilità. Ogni organizzazione dovrebbe iniziare con una valutazione ESG (E- Environmental, S – Social, G -Governance) tramite un assessment di sostenibilità. Questo non solo aiuta a identificare il proprio posizionamento rispetto ai competitor, ma anche a individuare punti di forza e, soprattutto, aree di miglioramento.

È essenziale cominciare già da ora a prepararsi a queste richieste. Ecco alcuni passi chiave:

  • sottoporsi ad una valutazione di sostenibilità per scoprire punti di forza e integrare pratiche sostenibili nella propria strategia di business;
  • creare un piano d’azione di sostenibilità con obiettivi chiari, misurabili e monitorabili nel tempo;
  • predisporre un report di sostenibilità per raccontare progressi e risultati raggiunti.

Successivamente all’assessment iniziale, sarà quindi necessario creare un piano d’azione ESG disegnato su misura per l’impresa e graduale, in base all’effort che l’azienda può sostenere, senza appesantirne l’abituale operatività. Sarà di primaria importanza quantificare e qualificare gli obiettivi, monitorarli nel tempo, per poi prepararsi a redigere un report di sostenibilità in cui andare a raccogliere tutte le informazioni di carattere non finanziario, i progressi e i risultati raggiunti.

 

FAQ sulla CSRD

Che cos’è la NFRD e quali sono le differenze rispetto alla CSRD?

La NFRD si applica solo alle grandi imprese di interesse pubblico e si concentra sulla rendicontazione non finanziaria.

Con l’entrata in vigore della CSRD l’obbligo di strutturare un bilancio di sostenibilità viene esteso a un numero maggiore di imprese, fino ad arrivare alle PMI, e richiede una rendicontazione più dettagliata e rigorosa sui temi della sostenibilità.

Con la CSRD viene anche introdotto l’obbligo di revisione esterna dei bilanci di sostenibilità.

Quali requisiti di revisione prevede la CSRD?

La revisione esterna dei bilanci di sostenibilità introdotta dalla CSRD ha lo scopo di verificare che le informazioni riportate siano affidabili e conformi agli standard stabiliti.

L’obiettivo principale è garantire la trasparenza e l’accuratezza dei dati, con particolare attenzione agli aspetti di sostenibilità e responsabilità sociale d’impresa.

Come viene effettuata la valutazione di impatto nella CSRD?

La valutazione di impatto nella CSRD avviene attraverso un’analisi approfondita che include diverse fasi cruciali. Si parte dalla definizione del problema e dall’identificazione degli obiettivi, seguiti dallo sviluppo di opzioni politiche attuabili. Successivamente, si procede con la valutazione degli impatti economici, sociali e ambientali associati a ciascuna opzione.

Questo processo prevede anche il coinvolgimento degli stakeholder, le cui opinioni vengono considerate attentamente. Infine, gli impatti proposti vengono monitorati e valutati per garantirne l’efficacia e l’adeguatezza.

 

Vuoi conoscere l’impatto della CSRD sul tuo business?

La nuova CSRD, come specificato in questo articolo, avrà un impatto sulle grandi aziende e potrebbe avere conseguenze immediate anche sulle PMI.

Se stai cercando supporto o hai dubbi su come adeguarti alle nuova direttiva, contattaci.

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