L’efficientamento energetico non è più un tema trascurabile. Non che lo sia mai stato, ma la riflessione attuale impone nuovi ragionamenti.
Con un costo medio dell’energia elettrica per le aziende italiane superiore del 25% rispetto alla media europea, l’efficientamento energetico non è più soltanto una questione di sostenibilità intesa come riduzione dell’impatto ambientale dei processi, ma va valutato come una vera e propria leva d’indipendenza strategica.
Per supportare questo processo, sono disponibili diverse misure a livello nazionale e regionale, pensate per rispondere alle esigenze di ogni tipo di impresa. L’obiettivo comune è quello di promuovere l’adozione di soluzioni innovative per la riduzione dei consumi energetici e la produzione di energia da fonti rinnovabili, contribuendo alla transizione verso un’economia più verde e resiliente.
Vediamo, quindi, quali sono le misure attive per supportare l’efficientamento energetico delle imprese.
Efficientamento energetico: il Piano Transizione 5.0
Il Piano Transizione 5.0, introdotto per incentivare l’indipendenza energetica – in linea con il piano europeo RepowerEU -, offre alle imprese un credito d’imposta per gli investimenti in modernizzazione degli impianti e dei processi produttivi, mirati all’efficientamento energetico.
L’agevolazione è calcolata in base al risparmio energetico ottenuto, con percentuali variabili: dal 35% al 45% per investimenti fino a 10 milioni di euro, e dal 5% al 15% per investimenti tra 10 e 50 milioni di euro annui per impresa. Per accedere al credito, è necessario dimostrare un risparmio energetico minimo del 3% per la struttura produttiva o del 5% per il processo.
L’obiettivo è stimolare le imprese a investire in tecnologie e soluzioni che riducono i consumi energetici, contribuendo alla transizione verso un’economia più sostenibile e indipendente dal punto di vista energetico.
Investimenti in sistemi per autoproduzione e autoconsumo di energia: come accedere al credito d’imposta 5.0
Il Piano Transizione 5.0 prevede un credito d’imposta per gli investimenti in sistemi per autoproduzione e autoconsumo di energia, come gli impianti fotovoltaici.
Questi investimenti, è bene precisare, sono considerati “trainati” e devono quindi far parte di un progetto di innovazione più ampio che includa l’acquisto di beni strumentali 4.0 capaci di generare un risparmio energetico (investimento “trainante”).
L’incentivo per il fotovoltaico è quindi subordinato e collegato all’attivazione di un investimento principale nei beni 4.0 con finalità di efficientamento energetico che rientrano nella lista di beni agevolabili nell’ambito del Piano Transizione 5.0.
Per beneficiare del credito d’imposta, inoltre, i pannelli fotovoltaici devono rispettare specifici requisiti tecnici e la percentuale del credito varia in base all’efficienza e alla provenienza dei moduli.
In particolare, sono previste maggiorazioni del costo agevolabile per moduli prodotti nell’Unione Europea con efficienza elevata, arrivando fino al 150% per i moduli bifacciali con efficienza di cella superiore al 24%.
Il fondo nazionale per l’efficienza energetica
Il fondo nazionale per l’efficienza energetica è uno strumento finanziario istituito per incentivare interventi che migliorano l’efficienza energetica in Italia, coinvolgendo istituti finanziari e investitori privati.
Gestito da Invitalia, il fondo offre agevolazioni a imprese, ESCO e Pubbliche Amministrazioni per progetti che riducono i consumi energetici in processi industriali, teleriscaldamento, servizi pubblici e riqualificazione energetica degli edifici.
Le agevolazioni sono concesse tramite garanzie sui finanziamenti o finanziamenti a tasso agevolato, con una ripartizione delle risorse di 30% per le garanzie e 70% per i finanziamenti. Le imprese possono cumulare queste agevolazioni con altri incentivi, rispettando i limiti del “de minimis” o degli aiuti di Stato dell’UE, mentre per la PA il limite di cumulabilità è del 100% dei costi ammissibili.
Transizione digitale o ecologica di micro imprese e PMI, le agevolazioni di Simest
Simest offre agevolazioni mirate a rafforzare la competitività internazionale di microimprese e PMI, incentivando investimenti in transizione digitale ed ecologica.
In particolare, Simest supporta l’adozione di soluzioni innovative e sostenibili attraverso un finanziamento a tasso agevolato, della durata di 6 anni (di cui 2 di pre-ammortamento).
Fino al 50% dell’importo finanziato può essere utilizzato per tali investimenti, mentre la restante parte può essere destinata al rafforzamento patrimoniale dell’impresa. L’importo massimo finanziabile varia in base alla dimensione dell’impresa, con un minimo di 10.000 euro.
Inoltre, è prevista una quota a fondo perduto fino al 10% dell’importo finanziato, che può arrivare fino al 20% per le imprese energivore o che hanno intrapreso percorsi di efficientamento energetico.
Bando PNRR – Sostegno alle pmi per l’autoproduzione di energia rinnovabile
Altre opportunità per le PMI arrivano dal PNRR e, nello specifico, sempre dalla revisione introdotta per assimilare la strategia RepowerEU (Investimento 16 – “Supporto alle PMI per l’autoproduzione da fonti energetiche rinnovabili”).
Il bando PNRR offre contributi a fondo perduto per l’installazione di impianti fotovoltaici o mini-eolici, sistemi di accumulo e tecnologie digitali connesse. I fondi stanziati per la misura ammontano a 320 milioni di euro, di cui il 40% destinato a imprese del Mezzogiorno e il 40% a piccole imprese.
Le agevolazioni variano a seconda della dimensione aziendale e dell’investimento realizzato, con aliquote del:
- 30% per le medie imprese
- 40% per le piccole e micro imprese
- 30% è prevista per l’eventuale componente aggiuntiva di stoccaggio di energia elettrica dell’investimento
- 50% per la diagnosi energetica.
Gli investimenti ammissibili, tra 30.000 e 1 milione di euro, devono riguardare una sola unità produttiva e rispettare il principio DNSH europeo. Le domande, presentabili dal 4 aprile al 17 giugno 2025, saranno valutate a graduatoria.
Bandi Regionali: opportunità per l’efficientamento energetico delle imprese
A questi strumenti nazionali si uniscono bandi regionali mirati a sostenere l’efficientamento energetico delle imprese del territorio.
Tra quelli ancora attivi troviamo il Fondo di partecipazione PR Veneto FESR 2021-2027 che sostiene le PMI, i professionisti e i lavoratori autonomi del Veneto nell’adozione di interventi di efficientamento energetico.
Il Fondo PR Veneto FESR sostiene l’efficientamento energetico di PMI, professionisti e autonomi con contributi a fondo perduto (20%) e finanziamenti agevolati (fino al 100%). Finanziati progetti che riducono consumi ed emissioni del 30%, inclusi impianti rinnovabili per autoconsumo. La dotazione è di 31 milioni di euro, con valutazione a punteggio per efficacia e sostenibilità.
In Lombardia sono invece disponibili gli incentivi della “Linea green”, che supporta le PMI nell’efficientamento energetico con garanzie regionali gratuite e contributi a fondo perduto, variabili in base alla localizzazione e al regime di aiuto. L’investimento minimo è di 100.000 euro, il massimo finanziabile 3 milioni. Il finanziamento, fino a 2.850.000 euro, dura da 3 a 6 anni, con possibile preammortamento. È prevista un’anticipazione del 70%, con saldo dopo verifica spese.
La Regione Lazio ha invece lanciato il bando “Efficienza energetica e rinnovabili per le imprese”, con una dotazione di 40 milioni di euro provenienti dal Programma FESR 2021-2027.
Questo bando mira a sostenere le imprese laziali nell’effettuare investimenti volti al risparmio energetico e alla produzione di energia da fonti rinnovabili. I contributi sono a fondo perduto, con un importo minimo di progetto di 150.000 euro e un massimo di 2 milioni di euro per progetto, senza tetto massimo per il valore totale del progetto. Le domande possono essere presentate online tramite la piattaforma GeCoWEB Plus di Lazio Innova a partire dal 16 settembre 2024, fino ad esaurimento delle risorse.
Questi incentivi sono strumenti preziosi per aiutare concretamente le imprese ad affrontare una sfida ormai inevitabile: consumare meno energia, spendere meno soldi e diventare più sostenibili. Sfruttarli non significa solo risparmiare sui costi, ma soprattutto dimostrare che anche in Italia è possibile coniugare crescita economica e rispetto per l’ambiente. Le opportunità ci sono: spetta ora alle imprese coglierle per costruire un futuro migliore, per sé e per il territorio in cui operano
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