Stimolare gli investimenti in Ricerca e Sviluppo, Innovazione tecnologica, anche nell’ambito del paradigma 4.0 e dell’economia circolare, Design e ideazione estetica: sono questi gli obiettivi del credito d’imposta ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e ideazione estetica, più comunemente conosciuto come “credito d’imposta ricerca e sviluppo” (R&S).
Introdotta dal Decreto 23 dicembre 2013, n. 145, questa misura ha subito diverse modifiche e aggiornamenti nel tempo, anche nell’ambito delle revisioni degli incentivi a sostegno degli investimenti privati in innovazione, come il Piano Transizione 4.0.
Ed è stato proprio nell’ambito della revisione dell’allora Piano Impresa 4.0, nel 2019, che il campo di azione dello strumento si è ampliato per racchiudere, in un unico incentivo, anche le attività di innovazione in design e ideazione estetica.
Che cos’è il Credito d’imposta Ricerca, Sviluppo, innovazione e Design
Il credito d’imposta per Ricerca & Sviluppo, Innovazione, Design e Ideazione Estetica è un’agevolazione fiscale che intende stimolare gli investimenti delle imprese in ricerca, sviluppo e innovazione tecnologica. L’obiettivo è supportare la competitività aziendale e incentivare i processi di transizione digitale, economia circolare e sostenibilità ambientale.
Il beneficio è accessibile a tutte le imprese, indipendentemente dal settore e dalla dimensione, e copre una percentuale delle spese ammissibili sostenute per attività di ricerca e sviluppo. Rientrano tra le spese agevolabili i costi per personale qualificato, consulenze specialistiche, strumenti e materiali di laboratorio, oltre a brevetti e prototipi. L’incentivo è riconosciuto sotto forma di credito d’imposta utilizzabile in compensazione fiscale.
Il funzionamento del credito d’imposta R&S si basa sul riconoscimento di una percentuale variabile di rimborso sulle spese sostenute per attività relative all’innovazione. L’agevolazione è calcolata in base a specifici parametri definiti dalla normativa vigente e può essere fruita in compensazione tramite modello F24.
Beneficiari: a chi si rivolge il credito d’imposta in ricerca e sviluppo
Possono accedere al credito d’imposta ricerca e sviluppo tutte le imprese ubicate sul territorio nazionale, comprese quelle rappresentanze stabili di entità non residenti, a prescindere dalla propria forma giuridica, settore di appartenenza economica, grandezza, modalità di contabilità e metodo di calcolo del reddito per scopi fiscali.
Per poter usufruire del credito d’imposta R&S le imprese devono essere:
- imprese residenti nel territorio dello Stato, senza limiti di forma giuridica, dimensioni, settore economico;
- stabili organizzazioni di soggetti non residenti.
Sono escluse:
- imprese in stato di liquidazione volontaria, fallimento, liquidazione coatta amministrativa, concordato preventivo senza continuità aziendale, altra procedura concorsuale;
- imprese destinatarie di sanzioni interdittive ai sensi dell’art. 9 comma II D.Lgs. 231/2001.
Come funziona il credito d’imposta R&S
Il calcolo del credito d’imposta avviene sulla base delle spese ammissibili, considerando solo gli importi non coperti da altre agevolazioni o finanziamenti pubblici. Le imprese possono beneficiare dell’incentivo per più tipologie di attività nello stesso anno fiscale, purché ogni progetto sia identificato separatamente e rispettino i limiti di spesa stabiliti dalla normativa vigente.
Le attività che rientrano nell’agevolazione sono suddivise in tre categorie principali:
-
Ricerca e sviluppo: comprende studi scientifici, sperimentazione e sviluppo di nuove tecnologie applicate a prodotti o processi produttivi.
-
Innovazione tecnologica: riguarda l’implementazione di soluzioni avanzate per migliorare in modo significativo prodotti o processi esistenti, con un focus su tecnologie digitali e sostenibili.
-
Design e ideazione estetica: destinato ai settori in cui l’elemento creativo e il miglioramento estetico dei prodotti rappresentano un valore aggiunto.
Credito d’imposta R&S, guida alle aliquote
Il credito d’imposta in ricerca e sviluppo prevede diverse aliquote di agevolazione in base all’attività svolta e al periodo d’imposta di riferimento. La riorganizzazione degli incentivi del Piano Transizione 4.0 ha infatti sancito, a partire dal 1° gennaio 2023, una progressiva riduzione delle aliquote dell’incentivo che tuttavia è stato in quell’occasione rinnovato fino al 2031 (per le attività di innovazione e design è previsto l’incentivo fino al 2025).
Pertanto, il credito d’imposta è riconosciuto in queste modalità:
Attività |
2021-22 | 2023 | 2024-25 |
2026-31 |
||||
|
Aliquota | Massimale | Aliquota | Massimale | Aliquota | Massimale | Aliquota | Massimale |
Ricerca e sviluppo |
20% | 4 milioni | 10% | 5 milioni | 10% | 5 milioni | 10% |
5 milioni |
Innovazione con finalità di transizione ecologica o digitale 4.0 |
15% | 2 milioni | 10% | 4 milioni | 5% | 4 milioni | ||
Innovazione tecnologica |
10% | 2 milioni | 10% | 2 milioni | 5% |
2 milioni |
||
Design |
10% | 2 milioni | 10% | 2 milioni | 5% |
2 milioni |
Ricerca e sviluppo
- Ricerca fondamentale: lavori sperimentali/teorici finalizzati all’acquisizione di nuove conoscenze in campo scientifico o tecnologico.
- Ricerca industriale: lavori originali intrapresi al fine di individuare le possibili applicazioni delle nuove conoscenze.
- Sviluppo sperimentale in campo scientifico o tecnologico: lavori sistematici basati sulle conoscenze attuali svolti allo scopo di acquisire ulteriori conoscenze.
Per le attività di ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale il credito d’imposta è riconosciuto come segue:
- Attività di ricerca e sviluppo; 10% delle spese agevolabili, al netto di altre sovvenzioni o contributi, nel limite massimo di 5 milioni di euro, ragguagliato ad anno in caso di periodo d’imposta di durata inferiore o superiore a dodici mesi.
Innovazione tecnologica
Attività finalizzate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati.
Per prodotto o processo di produzione nuovo o migliorato si intende un bene, un servizio o un processo che si differenzia in modo sostanziale sul piano delle caratteristiche tecniche o sul piano dei processi aziendali rispetto a quelli già realizzati dall’impresa.
Per le attività di innovazione tecnologica e green il credito d’imposta è riconosciuto come segue:
- Attività di innovazione tecnologica per finalità di transizione ecologica o innovazione digitale 4.0; 5% delle spese agevolabili, al netto di altre sovvenzioni o contributi, nel limite massimo di 4 milioni di euro.
- Attività di innovazione tecnologica; 5% delle spese agevolabili, al netto di altre sovvenzioni o contributi, nel limite massimo di 2 milioni di euro.
Design
Attività di design e ideazione meramente estetica e per la concezione e realizzazione di nuovi prodotti e campionari. Le imprese devono operare nei seguenti settori:
- tessile e della moda
- calzaturiero
- occhialeria
- orafo
- mobile/arredo
- ceramica
Le innovazioni possono interessare, ad esempio, le caratteristiche delle linee, dei contorni, dei colori, della struttura superficiale e degli ornamenti.
Per le attività di design e innovazione estetica il credito d’imposta è riconosciuto come segue:
- Attività di design; 5% delle spese agevolabili, al netto di altre sovvenzioni o contributi, nel limite massimo di 2 milioni di euro.
Quali sono le spese ammissibili
Così come indicato nella legge n.160 del 27 dicembre 2019 (commi 200-202), sono ammissibili:
- le spese di personale autonomo o subordinato coinvolto nelle attività, che incidono sulla base di calcolo per un importo pari 150% del loro ammontare
- le quote di ammortamento, i canoni di locazione finanziaria o di locazione semplice e le altre spese relative ai beni materiali mobili e ai software utilizzati nei progetti di ricerca e sviluppo, nel limite massimo complessivo pari al 30% delle spese di personale;
- spese per servizi di consulenza e servizi equivalenti nel limite massimo complessivo pari al 20% delle spese di personale ammissibili;
- le spese per materiali, forniture e altri prodotti analoghi nel limite massimo complessivo pari al 30% delle spese di personale ammissibili;
- quote di ammortamento relative all’acquisto di privative industriali (solo per ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale), nel limite massimo complessivo di 1 milione di euro;
- spese per contratti di ricerca extra muros aventi ad oggetto il diretto svolgimento da parte del soggetto commissionario delle attività di ricerca e sviluppo ammissibili al credito d’imposta (solo per ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale). Queste spese incidono sulla base di calcolo per il 150% del loro ammontare.
Come usufruire del credito
Il credito d’imposta deve essere riportato nella dichiarazione dei redditi dell’anno in cui le spese sono state effettuate e negli anni successivi fino al completo utilizzo del credito stesso.
Per poter usufruire del credito, questo va utilizzato in compensazione tramite il modello F24, utilizzando i servizi telematici forniti dall’Agenzia delle Entrate (AdE), a partire dall’anno fiscale successivo a quello in cui sono state sostenute le spese.
È importante sottolineare che la base di calcolo per il credito d’imposta deve essere determinata al netto di altre sovvenzioni o contributi ricevuti per le stesse spese. Inoltre, rispettando i limiti massimi stabiliti e assicurando una separazione analitica dei progetti e delle relative spese ammissibili, è possibile cumulare il beneficio per differenti tipologie di attività qualificate nello stesso periodo d’imposta.
Credito d’imposta ricerca e sviluppo, come richiederlo senza rischiare sanzioni
Nonostante il credito d’imposta ricerca e sviluppo sia tra gli incentivi più apprezzati dalle imprese, la sua fruizione è stata scoraggiata negli anni dal timore di intercorrere in sanzioni a seguito della verifica da parte dell’AdE in caso di credito non spettante o usufruito indebitamente.
La stessa AdE ha fornito, attraverso delle circolari, indicazioni per aiutare le imprese nel definire quando il beneficio poteva essere richiesto e quando no, orientandosi verso interpretazioni sempre più restrittive, emerse spesso in anni successivi a quelli in cui l’azienda aveva richiesto l’incentivo.
Per fornire garanzia alle imprese, il decreto-legge 73 del 21 giugno 2022 ha previsto per le imprese la possibilità di certificare l’idoneità delle attività da svolgere prima di richiedere l’incentivo, rimandando a un successivo decreto attuativo il compito di indicare i soggetti certificatori e le linee guida per le certificazioni. Linee guida che, tuttavia, non sono ancora giunte.
Davanti a questi rischi, è importante per le imprese affidarsi ad esperti di finanza agevolata che possono guidarle lungo tutto il processo di richiesta dell’incentivo: dalla raccolta della documentazione necessaria alla verifica dei requisiti, fino all’identificazione delle attività che possono essere agevolabili e la valutazione della conformità tra le attività dei progetti stessi e i requisiti di legge.
Documentazione e requisiti per ottenere il credito d’imposta Ricerca & Sviluppo
Per beneficiare del credito d’imposta per Ricerca & Sviluppo, le imprese devono predisporre una serie di documenti obbligatori che attestino la natura delle attività svolte e i costi sostenuti. La corretta compilazione della documentazione è essenziale per accedere all’agevolazione ed evitare contestazioni in fase di controllo.
Gli adempimenti richiesti includono:
- Relazione tecnica asseverata: un documento che descrive nel dettaglio gli obiettivi, i contenuti e i risultati dei progetti di ricerca e sviluppo, dimostrando la loro idoneità ai requisiti previsti dalla normativa.
- Certificazione del revisore legale: necessaria per attestare l’ammontare delle spese sostenute nelle attività di R&S, innovazione tecnologica e design.
- Comunicazione al Ministero competente: obbligatoria per informare l’autorità sulle attività svolte e garantire la trasparenza del processo.
- Dichiarazione fiscale: il credito d’imposta deve essere riportato nel quadro RU della dichiarazione dei redditi, per consentirne l’utilizzo in compensazione.
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