Le imprese italiane green possono usufruire di incentivi per la sostenibilità messi a disposizione dallo Stato italiano e dalle Regioni.
- In quadro europeo degli incentivi per la sostenibilità
- Transizione 5.0
- PNRR
- Linee agevolative SIMEST
- Bandi regionali e camerali
In quadro europeo degli incentivi per la sostenibilità
Superate le conseguenze della pandemia e contenute le tensioni internazionali sui prodotti energetici, l’Unione europea ha avviato la transizione verso un modello socio-economico maggiormente sensibile alle necessità dell’ambiente.
In questo senso, l’approvazione – pur con compromessi – delle direttive Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), Corporate Sustainability Due Diligence Directive, (CSDDD) e Energy Performance of Buildings Directive (EPBD) mira ad istituire una disciplina maggiormente coesa volta a porre limiti progressivi alle emissioni di gas serra, istituire obblighi progressivi di rendicontazione a carico delle imprese (in particolare le grandi imprese e le multinazionali) e favorire l’adeguamento del sistema economico alle nuove sfide lanciate dalla transizione energetica.
CSRD
In particolare, la direttiva CSRD riguarderà circa 50 mila aziende, che dovranno rendicontare i propri dati ESG secondo il principio di “doppia materialità”, con le seguenti tempistiche:
- dal 1° gennaio 2024, con pubblicazione nel 2025, le grandi imprese di interesse pubblico (con più di 500 dipendenti) in precedenza soggette alla direttiva sulla Dichiarazione Non Finanziaria;
- dal 1° gennaio 2025, con pubblicazione nel 2026, le grandi imprese non soggette alla direttiva sulla Dichiarazione Non Finanziaria (con più di 250 dipendenti e/o 50 milioni di euro di fatturato e/o 25 milioni di euro di attività totali);
- dal 1° gennaio 2026, con pubblicazione nel 2027, le PMI e le altre imprese quotate. Le PMI possono non applicare la nuova normativa per due anni (ovvero fino al 1° gennaio 2028), ma dovranno spiegare esplicitamente il perché della scelta.
- dal 1° gennaio 2028, con pubblicazione nel 2029, le società non UE con almeno una filiale o una succursale nell’UE e con un fatturato consolidato superiore a 150 milioni di euro.
CSDDD
La direttiva CSDDD (che dovrebbe entrare in vigore nel 2028) si applicherà invece alle aziende con più di 1.000 dipendenti e oltre 450 milioni di euro di fatturato: esse dovranno integrare i processi di due diligence nelle loro politiche, identificando, prevenendo e fermando eventuali effetti negativi della loro attività su ambiente e diritti umani, a monte e a valle della propria catena del valore. Entrambe le direttive dovranno essere recepite singolarmente dagli Stati membri.
Gli incentivi per la sostenibilità in Italia
Transizione 5.0
Con l’approvazione della revisione del PNRR e l’integrazione del Piano Repower EU l’Italia ha riservato più di 12 miliardi all’adeguamento del tessuto produttivo ai nuovi obblighi ambientali europei mediante il potenziamento della produzione di energia da fonti rinnovabili, l’adozione del nuovo credito d’imposta Transizione 5.0 e il rafforzamento degli investimenti strategici mediante il Contratto di sviluppo per grandi investimenti e il Fondo per il sostegno alla transizione industriale.
Con riferimento alla produzione di energia da fonti rinnovabili, l’Italia è intervenuta semplificando e accelerando gli adempimenti amministrativi, promuovendo le Comunità energetiche e riservando 320 milioni allo scopo di incentivare progetti di installazione da parte delle PMI a partire dal IV trimestre 2024 mediante la concessione di contributi a fondo perduto.
L’obiettivo della riduzione delle emissioni è, invece, perseguito dal credito d’imposta Transizione 5.0 – la cui norma istitutiva è in corso di conversione in Parlamento – che agevola i progetti innovativi in beni strumentali materiali ed immateriali 4.0 in grado di garantire una riduzione certificata delle emissioni di gas serra in misura almeno pari al 3% (se riferite all’intera unità produttiva) o al 5% (se riferite ai singoli processi produttivi).
La finalità non si esaurisce qui: una volta conseguiti i target di riduzione delle emissioni, la Transizione 5.0 potrà agevolare anche l’acquisto di beni strumentali volti alla produzione di energia (entro determinati limiti di costo/kilowattora) oltre a progetti formativi.
PNRR
Altrettanto ricco il panorama riservato alle imprese ad alto consumo di energia elettrica.
Queste ultime, infatti, potranno accedere alle linee agevolative ambientali previste nell’ambito del Contratto di sviluppo – qualora gli investimenti siano maggiori di 20 milioni – oppure del Fondo per il sostegno alla transizione industriale che prevede uno sportello annuale da 150 milioni per il 2024 e da 300 milioni nel 2025 più linee speciali PNRR dedicate alle filiere strategiche.
Linee agevolative SIMEST
Infine, sempre in ambito nazionale, operano le linee agevolative SIMEST: queste ultime incentivano l’internazionalizzazione di PMI e grandi imprese mediante la concessione di finanziamenti agevolati, coprono anche i costi di consulenza propedeutici e finalizzati all’ottenimento delle certificazioni, oltre ad offrire un contributo a fondo perduto fino al 10% alle imprese in possesso delle certificazioni ambientali/di sostenibilità ISO 45001, ISO 14001, SA8000.
Bandi regionali e camerali
Il quadro è integrato dalle iniziative a livello regionale.
Alcuni esempi in merito.
- Dopo un bando dedicato alla certificazione di parità di genere, Regione Puglia ha incluso le consulenze specialistiche in ambito ESG (ivi inclusa la trasformazione in Società Benefit e/o B Corp) tra i costi ammissibili di tutte le linee agevolative attualmente disponibili per le imprese.
- In Lombardia, invece, è operativo il bando “Verso la certificazione della parità di genere” che offre contributi sotto forma di voucher fino a 9.000 euro per sostenere le PMI nel percorso orientato al conseguimento della certificazione della parità di genere. Il bando non si limita a coprire le spese per l’ottenimento effettivo della certificazione ma anche i servizi di consulenza specialistici a supporto delle imprese che intendano avviare le attività propedeutiche all’ottenimento della certificazione della parità di genere.
- Infine, sono attivi anche bandi camerali con i medesimi costi ammissibili, come ad esempio nella Provincia di Trento e nel territorio dell’Emilia.
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