Industria 4.0, seconda fase: dopo la proroga per l’iper-ammortamento ora si punta a un piano per la formazione e lo sviluppo delle competenze
Dopo la proroga dell’ iper-ammortamento – applicabile ora agli investimenti effettuati entro il 30 settembre 2018 – contenuta nella Legge 127 del 3 agosto 2017, si attende ora che Industria 4.0 entri nella sua seconda fase.
Due gli appuntamenti previsti per il mese di settembre che potranno sciogliere dubbi e incognite legati a nuovi sgravi e alla modifica di quelli esistenti:
- La presentazione della Nota di Aggiornamento del DEF da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze attesa per il 20 settembre: le cifre riportate nella Nota consentiranno di capire le risorse disponibili per la manovra di Bilancio
- “La seconda cabina di regia” di Industria 4.0 prevista in occasione del G7, presenterà i risultati raggiunti dal Piano nazionale Industria 4.0 e valuterà quali incentivi confermare o modificare per il prossimo anno sulla base delle risorse finanziarie disponibili.
Ad oggi non si ha ancora chiara evidenza delle risorse disponibili per la prossima legge di bilancio e il Ministro dell’Economia e delle Finanze Padoan, ha più volte invitato alla prudenza e ricordato che “il sentiero è stretto” e che “la Legge di Bilancio non deve far danni.
Quello che sembra essere certo è che gli incentivi di Industria 4.0 funzionanti verranno confermati e a questi si affiancheranno nuove misure a sostegno della formazione e dello sviluppo delle competenze necessarie.
Obiettivo del bonus fiscale per la formazione 4.0 sarà lo sviluppo delle risorse umane che contribuiranno alla trasformazione del tessuto imprenditoriale italiano, favorendo il percorso da Industria 4.0 a Impresa 4.0.
Al vaglio un credito di imposta “potente” – come definito dal Ministro dello Sviluppo Economico Calenda – per le spese legate alla digitalizzazione dei processi produttivi, che riconoscerà sgravi in misura pari al 50% e fino ad un massimo di 20 milioni di euro, presumibilmente in misura incrementale rispetto al triennio precedente.
La formazione rientrerebbe così in una strategia più ampia che mira a portare l’Italia allo stesso livello dei paesi che hanno avviato precedentemente il percorso Industria 4.0.
Investimenti e capitale umano rappresentano pietre miliari del cammino verso Industria 4.0 e un piano industriale di lungo periodo non può prescindere da misure che li sostengano, in quanto perni della crescita economica.
Le misure introdotte con il Piano Industria 4.0, prime concrete misure di politica industriale che le imprese aspettavano da tempo, funzionano: questo è quanto emerge non solo dai dati Istat sulla produzione industriale che mostrano un +5,3% in un anno ma anche dall’ ESI – l’Economic Sentiment Indicator: indice elaborato dalla Commissione Europea per misurare la fiducia sul clima economico. L’ESI ha raggiunto infatti nel mese di agosto il livello più alto in oltre 10 anni in Europa (+0,6%) e l’Italia è il paese dove si è registrato il maggior incremento (+3,6%).
Iniziano quindi a vedersi i primi effetti positivi del Piano Industria 4.0 ma dobbiamo ricordarci che il processo di sviluppo economica dell’Italia è solo all’inizio e c’è ancora molto da fare in tema di ammodernamento del mercato del lavoro, recupero produttività e cuneo fiscale.
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