Nel panorama competitivo odierno, innovazione e sostenibilità non sono solo priorità aziendali, ma elementi cruciali per rispondere alle sfide globali, come il cambiamento climatico e l’aumento delle aspettative degli stakeholder. La combinazione di investimenti green, approcci ESG (Environmental, Social, Governance) e strumenti di finanza agevolata consente alle imprese di coniugare obiettivi di crescita economica e responsabilità sociale.
Secondo uno studio dell’OCSE, le imprese che investono in innovazione sostenibile migliorano la propria resilienza di circa il 20% rispetto a quelle che non lo fanno. Questo dimostra come sostenibilità e innovazione rappresentino un percorso obbligato per le aziende che vogliono mantenere la loro competitività nel lungo termine.
Innovazione e Sostenibilità: strategie per una crescita responsabile
L’innovazione, tradizionalmente definita come la capacità di sviluppare idee, processi e tecnologie nuove per creare valore, si configura oggi come un elemento trasformativo. Non si tratta semplicemente di introdurre nuove soluzioni tecnologiche, ma di ripensare i modelli operativi, organizzativi e strategici per rispondere a sfide complesse come l’ottimizzazione delle risorse, la riduzione delle emissioni e l’aumento dell’efficienza. L’innovazione è il motore che consente alle imprese di affrontare il cambiamento con agilità, di anticipare le tendenze e di creare opportunità competitive. Tuttavia, questa trasformazione deve essere guidata dalla sostenibilità, che rappresenta un paradigma culturale e operativo orientato alla responsabilità ambientale, sociale e di governance. La sostenibilità, infatti, implica non solo il rispetto delle risorse naturali e delle comunità, ma anche la capacità di generare valore condiviso, garantendo la prosperità delle generazioni future.
La sinergia tra innovazione e sostenibilità è particolarmente evidente nel contesto della transizione ecologica. Ad esempio, tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale e l’Internet of Things (IoT) consentono di monitorare e ottimizzare i consumi energetici, migliorare la gestione della filiera e ridurre l’impronta ambientale. Questi strumenti non solo migliorano le performance aziendali, ma rispondono anche alle crescenti richieste di trasparenza e responsabilità da parte di clienti, investitori e autorità di regolamentazione. Studi recenti dimostrano che solo il 23% delle aziende monitora attivamente le proprie emissioni Scope 3, nonostante queste rappresentino fino all’80% dell’impatto ambientale complessivo di un’organizzazione. Questo gap rappresenta una chiara opportunità per le imprese che desiderano differenziarsi, migliorare la propria efficienza operativa e accrescere la propria reputazione.
Normative CSRD e CSDDD: obblighi e opportunità per le aziende
L’Unione Europea ha introdotto normative stringenti per garantire che le imprese operino in modo sostenibile. Tra queste, la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) e la Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CS3D) stabiliscono nuovi standard per la rendicontazione e la gestione degli impatti e dei rischi lungo tutta la catena del valore. La CSRD richiede alle aziende di predisporre bilanci di sostenibilità conformi a standard uniformi (ESRS), integrando informazioni dettagliate su metriche ambientali, sociali e di governance. La CS3D, invece, introduce obblighi di due diligence per identificare, prevenire e mitigare gli impatti negativi lungo la supply chain. Entro il 2026, oltre 9.400 aziende italiane saranno direttamente coinvolte da queste normative, ma le implicazioni si estenderanno anche alle PMI, poiché le grandi imprese richiederanno trasparenza e pratiche sostenibili ai loro fornitori.
Tra i principali adempimenti richiesti:
- Monitoraggio dettagliato della catena di fornitura, per garantire il rispetto dei diritti umani e standard ambientali.
- Redazione di report di sostenibilità conformi agli standard europei, come il GRI (Global Reporting Initiative).
L’adeguamento a queste normative può sembrare oneroso, ma offre vantaggi concreti. Ad esempio, le aziende che rispettano la CSRD migliorano la trasparenza verso gli stakeholder, il che le rende più attraenti per gli investitori. Inoltre, grazie agli incentivi per la sostenibilità, è possibile coprire parte dei costi legati alla transizione.
Secondo uno studio McKinsey, il 62% degli investitori istituzionali considera i report ESG un fattore decisivo per le proprie decisioni.
Come intraprendere un Percorso ESG
L’implementazione di un percorso ESG richiede un approccio strategico e strutturato, che comprenda analisi, pianificazione e interventi operativi mirati. I principali fattori che spingono un’azienda a integrare i requisiti ESG nel proprio processo decisionale sono i requisiti normativi, il miglioramento dei risultati finanziari e la pressione degli stakeholder. Non a caso, un elemento chiave di questo processo è rappresentato dalla valutazione della doppia materialità, ovvero l’analisi degli impatti generati dall’impresa sull’ambiente e sulla società, nonché dei rischi e delle opportunità che queste dimensioni comportano per l’organizzazione stessa. Questo approccio consente di identificare le aree critiche su cui intervenire, definendo obiettivi chiari e misurabili. Ad esempio, il calcolo delle emissioni Scope 1, 2 e 3 è fondamentale per stabilire strategie di riduzione coerenti con gli impegni globali di decarbonizzazione.
Parallelamente, è essenziale integrare la sostenibilità nei processi aziendali attraverso certificazioni riconosciute a livello internazionale, come ISO 14001 per la gestione ambientale, ISO 50001 per l’efficienza energetica o Uni PdR 125 per la parità di genere. Questi strumenti non solo migliorano la conformità normativa, ma rafforzano anche la credibilità aziendale agli occhi di investitori e clienti. La predisposizione di bilanci di sostenibilità rappresenta un ulteriore passaggio cruciale, poiché consente di monitorare i progressi e di comunicare in modo trasparente gli sforzi intrapresi. Queste attività, tuttavia, rappresentano degli investimenti importanti per le aziende che si trovano in difficoltà a finanziare questi progetti. Qui entra in campo la finanza agevolata, che può essere uno strumento chiave per la prosperità dell’azienda.
Finanza agevolata: incentivi per investimenti in innovazione sostenibile
La finanza agevolata gioca un ruolo fondamentale nell’accompagnare le imprese in questo percorso. Si tratta dell’insieme degli strumenti finanziari utilizzati dal legislatore a livello comunitario, nazionale, regionale o locale per favorire la competitività e lo sviluppo delle imprese. Questi strumenti si articolano in incentivi fiscali, finanziamenti agevolati e contributi a fondo perduto. Gli incentivi fiscali includono crediti d’imposta per investimenti in tecnologie verdi, riduzioni della base imponibile e agevolazioni per l’adozione di sistemi di monitoraggio delle emissioni. I finanziamenti agevolati, invece, consentono alle imprese di accedere a risorse a tassi d’interesse inferiori rispetto al mercato, spesso destinati a progetti di efficientamento energetico o innovazione tecnologica. Infine, i contributi a fondo perduto rappresentano risorse finanziarie non restituibili, erogate per sostenere iniziative specifiche, come l’installazione di impianti fotovoltaici o l’adozione di certificazioni ambientali.
Negli ultimi anni, l’Unione Europea ha intensificato il proprio impegno per la sostenibilità, destinando il 30% del bilancio UE 2021-2028 e dei fondi NextGenerationEU a progetti legati alla sostenibilità. Normative come il principio DNSH (“Do No Significant Harm”) assicurano che i fondi pubblici siano destinati esclusivamente a iniziative sostenibili.
Un esempio recente è il Decreto Transizione 5.0, che prevede incentivi specifici per digitalizzazione e transizione ecologica. Grazie a questo decreto, un’azienda che investe 1 milione di euro in tecnologie per l’efficienza energetica può ottenere un credito d’imposta fino al 40%.
Un altro strumento fondamentale è il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), che stanzia miliardi di euro per sostenere progetti di sostenibilità e innovazione. Tra i settori più incentivati figurano l’industria manifatturiera, il settore agricolo e quello delle costruzioni.
I benefici di integrare innovazione, sostenibilità e ESG
Integrare innovazione, ESG e sostenibilità non è solo una necessità normativa, ma una scelta strategica che porta vantaggi concreti:
- Riduzione dei rischi operativi e reputazionali, legati a normative stringenti e aspettative dei consumatori.
- Miglioramento della competitività, grazie a prodotti e processi più efficienti e sostenibili.
- Accesso facilitato a finanziamenti, grazie alla crescente preferenza degli investitori per progetti green.
I benefici di intraprendere un percorso ESG, supportato dalla finanza agevolata, sono significativi e misurabili. Le aziende che adottano pratiche sostenibili ottengono un miglioramento della reputazione, che può aumentare fino al 25%, e una riduzione dei costi operativi fino al 15%, grazie all’ottimizzazione dei processi e all’efficienza energetica. Inoltre, l’adozione di pratiche ESG migliora l’accesso ai finanziamenti, poiché gli investitori e le banche privilegiano aziende con solide credenziali di sostenibilità.
Conclusioni: un percorso strategico verso il futuro
Per chiudere il cerchio tra innovazione, sostenibilità e finanza agevolata, è fondamentale adottare una visione strategica e pianificare il cambiamento aziendale andando oltre il semplice approccio basato sui bandi. Questo processo richiede un impegno strutturato e continuo, basato su quattro pilastri fondamentali.
In primo luogo, è necessario individuare gli interventi strategici che possono avere un impatto positivo e misurabile sull’azienda e sull’ambiente. Ciò implica un’analisi approfondita delle attività aziendali, con particolare attenzione alle aree chiave di miglioramento legate ai criteri ESG.
Successivamente, occorre pianificare l’introduzione delle attività ESG selezionate, strutturandosi adeguatamente per la loro implementazione. Questo passaggio include la creazione di un piano strategico dettagliato, l’allocazione di risorse dedicate e l’allineamento di tutte le funzioni aziendali agli obiettivi di sostenibilità.
Il terzo passo è rappresentato dal monitoraggio degli incentivi disponibili, un’attività che può essere svolta internamente o con il supporto di consulenti specializzati. Questo monitoraggio consente di identificare opportunità di finanziamento che possano facilitare l’attuazione dei progetti ESG, massimizzando così il valore degli investimenti.
Infine, qualora venga individuato un incentivo adatto, è essenziale presentare domanda di finanziamento e sostenere le spese previste in conformità alle regole del bando. Tuttavia, anche in assenza di finanziamenti specifici immediati, è cruciale proseguire nel percorso ESG, poiché l’adozione di pratiche sostenibili aumenta significativamente le probabilità di successo nei bandi futuri e nei progetti di innovazione.
Come Ayming, supportiamo le imprese nell’accesso ad incentivi e agevolazioni per i propri strumenti e accompagniamo nello strutturare un percorso di sostenibilità, unendo queste due anime per la crescita delle imprese.
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