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Transizione 5.0: pubblicato il decreto attuativo

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Venerdì 26 luglio è stato pubblicato il tanto atteso decreto attuativo Transizione 5.0, firmato dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, sentito il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

Grazie alla dotazione di 6,3 miliardi di euro per il biennio 2024-2025, lo strumento attribuisce alle imprese che abbiano effettuato nuovi investimenti in strutture produttive, nell’ambito di progetti di innovazione dai quali derivi per l’impresa una riduzione dei consumi energetici, un credito d’imposta che varia a seconda del soddisfacimento dei vari parametri definiti dallo stesso decreto.

Vale la pena ricordare che rimane sempre attivo, e con stanziamenti separati, il credito d’imposta Transizione 4.0. Si tratta, infatti, di due misure dove l’una non andrà a sostituire l’altra ma bensì coesisteranno, in maniera complementare.

Il credito di imposta 4.0 continuerà, dunque, il suo corso andando ad incentivare l’acquisto di beni che realizzano un’innovazione digitale mentre il piano di Transizione 5.0 andrà a premiare quegli investimenti capaci di realizzare un risparmio energetico per l’impresa.

Le novità del decreto attuativo Transizione 5.0

Ritornando al decreto attuativo Transizione 5.0 c’è da precisare come, in linea generale, non differisca molto dalle ultime bozze circolate fino ad oggi, confermando, di fatto, le principali novità emerse negli ultimi giorni:

  • aggiunta degli investimenti in uno o più beni immateriali nuovi strumentali;
  • chiarimenti sulle casistiche di interventi nei settori energivori ammessi, in deroga all’esclusione dei settori Ets (settori non soggetti all’Emission trading system);
  • introduzione tra i beni incentivabili degli impianti di produzione di energia termica, con elettrificazione dei consumi termici;
  • modifica alla tipologia di soggetti legittimati al rilascio delle certificazioni tecniche sul risparmio energetico (Ege, Esco e ingegneri iscritti nella seziona A dell’albo);

Cumulabilità

Dall’articolo 11 del testo definitivo del decreto attuativo emerge una novità per le imprese che intendono beneficiare dell’agevolazione, cioè il divieto di cumulo con le altre misure finanziate dall’UE.

Ciò vuol dire che la cumulabilità dell’agevolazione rimane circoscritta unicamente agli altri incentivi finanziati con risorse nazionali. Rimane comunque esclusa la cumulabilità con il credito d’imposta ZES Unica e Transizione 4.0.

Il lungo iter non è ancora concluso. Per avere la piena operatività della misura mancano, infatti, ancora il decreto direttoriale di apertura della relativa piattaforma del GSE e la circolare contenente le linee guida per la corretta applicazione della misura.

 

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