Costanza Ronchi
Secondo l’UNESCO meno del 30% delle figure professionali in ambito scientifico sono Donne, a causa dei pregiudizi che ancora oggi investono il mondo femminile. La disparità di genere non permea solo l’ambito lavorativo, ma anche il mondo accademico: ed è qui che cresce il divario con i colleghi uomini.
Dai risultati rilevati dall’UNESCO negli ultimi sondaggi emerge che solo il 3% delle donne intraprende un percorso formativo in ambito ICT; il 5% in scienze naturali, matematica e statistica e l’8% in ingegneria, manufacturing ed edilizia.
In occasione della 6° Giornata Mondiale delle Donne nella Scienza, Ayming desidera valorizzare il ruolo delle Donne dando loro voce attraverso una serie di interviste in cui raccontano se stesse e la loro esperienza formativa e professionale.
La prima intervista vede come protagonista Costanza Ronchi, Innovation Consultant in Ayming, con un background accademico prettamente scientifico.
Raccontaci un po’ di te Costanza
Mi sono laureata in Chimica all’Università Bicocca di Milano, dove ho conseguito la Laurea Magistrale.
Con la stessa professoressa con cui avevo intrapreso il percorso di tirocinio pre-tesi specialistica, poi, ho deciso di proseguire con il Dottorato. Ho passato il concorso e ho iniziato gli studi e la ricerca in “Scienza e nanotecnologia dei materiali”.
In particolare, mi sono occupata di chimica computazionale, un ramo della chimica che non ha a che fare con provette, ma che si basa sulla meccanica quantistica. È una disciplina più teorica rispetto alla chimica tradizionale: io, infatti, mi occupavo dell’analisi di dati dietro il terminale di un computer.
Secondo l’UNESCO, meno del 30% delle donne decide di intraprendere un percorso di studi in ambito scientifico. Ci racconti della tua esperienza da studentessa in un settore a prevalenza maschile?
A dire il vero, basandomi sulla mia esperienza personale, nel corso del mio percorso di studi in università non ho notato disparità, probabilmente perché la chimica rientra nella branca delle scienze della vita, settore in cui c’è maggiore presenza femminile rispetto che nelle altre lauree STEM. Se dovessi dare delle percentuali, probabilmente parlerei di un 60% di compagni di corso uomini, e il restante 40% donne. Devo ammettere, però, che la differenza si è fatta più sostanziosa una volta iniziato il Dottorato.
Tuttavia, anche ripensando agli anni del Dottorato, non ho creduto che l’Italia fosse davvero così indietro nel processo di colmare la disparità di genere. Anzi, ricordo che quando partecipavo a congressi internazionali, lì sì che i dottorandi in chimica erano davvero tutti maschi!
Prima dell’esperienza in Ayming, hai mai temuto che il tuo essere donna potesse ostacolare o rallentare l’avanzamento professionale?
Sinceramente no. Non ho mai percepito di venire svantaggiata in alcun modo nel mio percorso di studi. Ho trovato che l’università fosse un ambiente genuinamente meritocratico.
Come dicevo prima, in università non ho riscontrato disparità di genere, pertanto non ho mai pensato né percepito da professori e altri ricercatori che dalle donne ci si aspettasse di meno.
In Ayming Italia ricopri il ruolo di Innovation Consultant. Cosa ti piace del tuo lavoro?
Amo vedere i risultati: questa cosa mi mancava negli anni di ricerca del Dottorato. Inoltre, posso mettere in pratica le mie doti di scrittura scientifica e analisi dei dati, cosa che mi piace molto fare. Dopo aver terminato gli studi, sentivo il bisogno di concretezza: volevo vedere i progetti andare a termine, seguendoli dall’inizio alla fine, e qui ho trovato tutto questo.
A livello aziendale, poi, sono molto contenta perché mi trovo in un ambiente piacevole: c’è molto rispetto fra gli individui e vengono valorizzate le caratteristiche dei singoli nella loro unicità.
Cosa ti ha spinta a intraprendere questa carriera?
Subito dopo aver terminato il Dottorato ho provato a intraprendere carriere propriamente da chimica. Sentivo, però, che un perito chimico avesse più esperienza di me quando si entrava in un laboratorio: io, del resto, mi sono specializzata in una chimica più teorica.
In Ayming, quindi, sento che ciò che faccio, cioè l’analisi dei dati, è più vicino a quello che ho studiato. Ed era quello che cercavo, e che mi piace.
Quali consigli ti sentiresti di dare ad altre donne intenzionate a intraprendere studi o carriera in materie scientifiche o tecnologiche?
Studiate tanto, fate altrettanta esperienza e, nonostante le difficoltà che potreste incontrare, non abbandonate mai quello che vi piace davvero e vi appassiona. Questi sono consigli, a dire il vero, che mi sento di rivolgere alle donne come agli uomini: non riesco a fare differenze quando devo dare consigli.
Quali sono i tuoi piani per il futuro?
Sono alla mia prima esperienza lavorativa dopo il dottorato e ne sono entusiasta, per cui mi sto godendo dove sono arrivata adesso. Amo lavorare in un team, pertanto spero di mantenere questo aspetto anche in futuro, magari con un ruolo di maggior responsabilità.
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