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Il lavoro delle donne in Ayming per l’innovazione: intervista a Cinzia Turi

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Marzo 1, 2021

Cinzia Turi

Manager - Ayming Italia

Raccontaci un po’ di te Cinzia

A livello di percorso accademico, ho conseguito una laurea triennale in “Economia aziendale e Management” presso l’Università Commerciale Luigi Bocconi, proseguendo poi con una laurea magistrale, sempre presso lo stesso Ateneo, in “Amministrazione, Finanza e Controllo”.

Il mio rapporto con il mondo professionale è iniziato già durante le scuole superiori. Infatti, sin da allora e continuando durante l’Università, ho sempre cercato di conciliare sfera accademica e lavorativa, facendo la promoter e dando una mano presso il bar-tavola calda di famiglia. Durante il secondo anno della specialistica, ho avuto inoltre l’opportunità di svolgere un tirocinio a Singapore per un periodo di tre mesi.

Poco prima del conseguimento della laurea, ho iniziato a lavorare come consulente, ruolo che mi ha permesso di entrare in contatto con diverse realtà e tipologie di aziende, imparando così sin da subito a esprimere il mio punto di vista in un contesto professionale.

Ci racconti della tua esperienza accademica? Ti sei trovata in un ambiente a prevalenza maschile?

Tra gli studenti che frequentavano l’Università Bocconi, e in particolar modo il mio percorso di studi, non c’era una netta prevalenza di genere. Inoltre, l’eterogeneità dell’ambiente accademico riguardava anche il background personale degli studenti: questo incontro di realtà e mondi, di per sé molto lontani tra loro, mi ha aiutata ad ambientarmi e ad imparare a comunicare con persone diverse da me.

A livello accademico, hai mai riscontrato delle differenze di trattamento o ti sei sentita in difficoltà in un particolare frangente solo per il tuo essere donna?

No, non ho mai riscontrato delle differenze di trattamento per il mio essere donna. L’unico aspetto che, una volta iniziata l’Università, mi ha fatto sentire diversa dagli altri è stata la natura del mio percorso di studi precedente, in quanto ho frequentato un istituto tecnico commerciale anziché un liceo. Mi è capitato di ritrovarmi in situazioni in cui il diploma tecnico veniva sottovalutato ma in realtà in poco tempo si è trasformato in un punto di forza: avevo dalla mia parte una maggiore preparazione pratica da applicare al percorso universitario.

Hai effettuato un periodo di stage a Singapore. Raccontaci come hai vissuto questa esperienza e se hai notato delle differenze culturali tra la percezione della figura professionale femminile a Singapore rispetto all’Italia

Durante questa esperienza, ho lavorato nel settore della ristorazione in una joint venture internazionale, all’interno della quale non ho riscontrato alcuna discriminazione di genere. Ad eccezione dei responsabili, che erano di nazionalità italiana, gli altri colleghi erano uomini e donne singaporiani, seppur appartenenti a diverse etnie. Nonostante un’accoglienza inizialmente distaccata, data da gap culturale e una differente concezione del mondo del lavoro, la “contaminazione” con i colleghi è stata assolutamente positiva: basti dire che con il passare del tempo hanno fatto propri quei modi di fare tipicamente italiani, come il gesticolare.

Ad oggi posso solo dire che è stata un’ottima esperienza, che mi ha permesso di entrare in contatto con culture lontane dalla mia, arricchendomi dal punto di vista professionale e umano.

In Ayming Italia ti occupi di Project Management. Cosa ti piace del tuo lavoro?

Ho iniziato a lavorare 9 anni fa in Ayming come stagista e ad oggi ricopro il ruolo di Manager. Posso dire che è stato un bel percorso di crescita sia per quanto riguarda l’entità e le tipologie di progetti gestiti che per il carico delle responsabilità.

Ciò che mi piace del mio lavoro è sicuramente il fatto di lavorare in team per perseguire gli obiettivi di progetto. Lavorare bene in gruppo significa aiutare ogni componente a sviluppare le proprie competenze e crescere insieme, sia dal punto di vista professionale che personale. Ogni progetto presenta le sue caratteristiche (positive e negative), sta anche a noi avere il giusto approccio per gestirlo in maniera ottimale.

Cosa ti ha spinta a intraprendere questa carriera?

Ho scelto questa carriera perché mi dà la possibilità di conoscere diverse realtà aziendali e interagire in vari contesti lavorativi; aspetto che contribuisce alla crescita continua della mia esperienza da mettere a disposizione dei clienti e dei colleghi.

Quali sono i tuoi piani per il futuro?

Mi piacerebbe avere un ruolo sempre più strategico per continuare ad apportare valore aggiunto alla realtà in cui lavoro.

Ti senti di dare qualche consiglio in particolare ad altre donne che ambiscono a ricoprire un ruolo di responsabilità come il tuo?

Sì, consiglio loro di essere molto curiose, di aver sempre voglia di imparare cose nuove, essere aperte, senza aver paura del cambiamento o degli ostacoli, che possono rivelarsi opportunità di crescita.

Inoltre, suggerisco di essere ambiziose, ma di approcciarsi con umiltà e rispetto sia al lavoro sia nei confronti di responsabili e colleghi.

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