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Nuovo Patent Box

Tutela della proprietà intellettuale: il settore moda in Italia

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Podcast
Febbraio 8, 2023

In questo episodio de “I podcast di Ayming” approfondiamo il settore moda in Italia, con un focus sul pericolo di contraffazione e la risposta del Legislatore per supportare le imprese che vogliono investire e proteggere la proprietà intellettuale.

Il settore moda in Italia

Il settore moda è il fiore all’occhiello della nostra economia. Il made in Italy, infatti, è riconosciuto in tutto il mondo come sinonimo di qualità ed eccellenza, specialmente se associato a lusso e alta moda.

A fine 2022, il cosiddetto Brand Italia aveva un valore di oltre 1800 miliardi di euro e il valore dell’industria del fashion si aggira attorno allo 0,2% del PIL. Secondo gli ultimi dati della Camera Nazionale della Moda Italiana, il 2022 si è chiuso in netto rialzo, parliamo di cifre importanti, +18% di fatturato rispetto al 2021, per un giro di affari complessivo di oltre 98 miliardi di euro.

Cifre di tutto rispetto, che hanno richiamato anche un’attenzione del nuovo Governo, tanto da spingerlo a creare il Ministero delle imprese e del made in Italy.

Nonostante questo scenario che ad una prima occhiata può sembrare idilliaco, il settore del lusso è vittima di un fenomeno diffusissimo, mi riferisco alla contraffazione. Infatti, l’acquisto di prodotti contraffatti è talmente diffuso che coinvolge 8 milioni di famiglie, pari al 31,2% del totale.

Il problema della contraffazione

Ad oggi, il fenomeno della contraffazione non coinvolge più tanto piccoli centri di commercio al dettaglio, ma si infiltra nelle grandi catene di distribuzione messe a disposizione dal web, come le piattaforme di marketplace, e-commerce o i social network.

Siamo addirittura arrivati ad avere piattaforme dedicate alla vendita di prodotti realizzati in violazione di marchi o di disegni e modelli giuridicamente tutelati.

I principali player del settore, però, rimangono immobili davanti a un fenomeno così esteso che causa gravi perdite di fatturato. Ci troviamo di fronte a una certa reticenza delle aziende del settore Moda e Design a tutelare con strumenti giuridici opportuni, oltre che al prodotto finale, anche modelli e disegni preparatori.

Il Nuovo Patent Box

Entrato in vigore il 21 ottobre 2021, consiste in una maxideduzione del 110% delle spese sostenute per la creazione, il mantenimento e la tutela della proprietà industriale in azienda.

Per le aziende del settore moda e design diventa particolarmente interessante la possibilità di agevolare le spese per attività di design e innovazione estetica che hanno portato alla realizzazione di disegni o modelli giuridicamente tutelati, oltre alle spese necessarie per il loro mantenimento e la loro tutela giuridica.

Più in generale, la maxideduzione va ad incidere sui costi sostenuti dall’impresa per le attività di ricerca e sviluppo effettuate per la realizzazione di nuovi beni immateriali tutelati o tutelabili, fino alle attività necessarie per la conservazione del diritto del loro di sfruttamento economico.

Per entrare più nello specifico, rientrano diverse tipologie di spese relative alla attività di ideazione e mantenimento dei beni agevolati come il costo del personale, le quote di ammortamento e le altre spese relative ai beni strumentali, le spese di consulenza e le spese connesse al mantenimento dei diritti su beni immateriali agevolati (es. attività di prevenzione della contraffazione.

Ci sono due elementi che rendono l’agevolazione ancora più interessante: il meccanismo di recapture e la cumulabilità con il credito d’imposta R&S.

Qui entriamo un po’ più nel tecnico e andiamo a capire che cos’è il meccanismo di recapture.
Partiamo dicendo che i costi ammessi alla maxideduzione sono quelli che, per competenza fiscale, ricadono nell’anno di ottenimento della registrazione del modello, oppure, in caso di modelli o disegni non registrati, o di disegni industriali tutelati dalla Legge sul diritto d’autore, nell’anno di prima divulgazione al pubblico.

Nel caso di disegni o modelli registrati, è possibile far rientrare nella maxideduzione anche i costi sostenuti nei precedenti periodi di imposta, fino all’ottavo anno fiscale antecedente l’ottenimento della privativa.

Non solo, una volta attivato il meccanismo di recapture, alla lista delle spese ammissibili all’agevolazione si aggiungono i costi sostenuti per l’ottenimento della registrazione del modello.

Però, come abbiamo già accennato prima, il regime fiscale del Nuovo Patent Box fa ancora fatica a prendere piede soprattutto nel settore del fashion anche se sembrerebbe realizzato su misura per queste imprese.

La causa è probabilmente da ricercare nelle molteplici attività di compliance necessarie per l’accesso alla misura, le quali richiedono il supporto di figure professionali specializzate, non facilmente reperibili sul mercato.

Per concludere, il Nuovo Patent Box, una volta identificate le figure professionali specializzate, è lo strumento fiscale per eccellenza per quelle imprese che hanno come core business la creazione di nuova proprietà industriale, come il tessile e la moda, creando un connubio vantaggioso tra incentivi alle attività di ideazione, creazione e design e incentivi per la tutela – anche giuridica – dell’originalità e paternità del prodotto realizzato.

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