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Crediti d’imposta per finanziare l’innovazione

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Podcast
Ottobre 6, 2022

In nuova puntata de I podcast di Ayming approfondiamo i crediti d’imposta disponibili per finanziare gli investimenti in innovazione.

 

L’ultima manovra aveva previsto aliquote sia per il 2021 che per il 2022. Quali saranno le aliquote di riferimento per il 2023?

La situazione attuale prevede la conferma del Piano Transizione 4.0 fino al 1° gennaio 2025, ma con aliquote in progressiva diminuzione sin dal 1° gennaio 2023.

L’unica parziale eccezione è rappresentata dalle attività di ricerca & sviluppo, che restano agevolate fino al 2031.

La manovra 2021 aveva confermato il credito d’imposta sui beni ordinari fino al 31 dicembre 2022. Sono state previste novità ulteriori?

Al momento l’aliquota del 6% è confermata fino a dicembre, con la possibilità di una proroga ulteriore fino al 30 giugno 2023 al ricorrere di tutte le seguenti condizioni:

  • ordine accettato entro la data del 31 dicembre 2022;
  • pagamento di un acconto in misura pari al 20% del costo di acquisizione entro la predetta data;
  • consegna entro il 30 giugno 2023.

È, invece, corretto affermare che l’operatività del credito d’imposta sui beni strumentali 4.0 sia stata estesa fino al 2026?

È assolutamente corretto con riferimento ai beni materiali 4.0, che operano fino al 31 dicembre 2025.

Esattamente come per i beni strumentali ordinari, è possibile usufruire di una proroga semestrale, alle stesse condizioni indicate sopra, fino al 30 giugno 2026.

Quali sono le intensità agevolative e da quando diventano efficaci?

Fino al 31 dicembre è possibile usufruire delle aliquote in vigore: 40% per la quota d’investimento fino a 2.5 milioni, 20% fino a 10 milioni e 10% fino a 20 milioni.

Dal 1° gennaio 2023 le aliquote saranno dimezzate, salvo limitate eccezioni.

Stai alludendo alla possibilità di ottenere una proroga delle aliquote in vigore?

Esatto. Se un’impresa accetta l’ordine e paga un acconto pari al 20% del costo totale, può beneficiare delle aliquote 2022.

Naturalmente, la consegna dovrà avvenire entro il 30 giugno 2023, come previsto per i beni strumentali ordinari.

Beni strumentali immateriali 4.0: come funziona l’incremento di aliquota fino al 50% per tutti gli investimenti effettuati nel 2022 introdotto dal Decreto Aiuti?

Al momento è possibile usufruire della maggiorazione di aliquota per i beni immateriali 4.0 fino al 31 dicembre 2022.

È, tuttavia, prevista una proroga semestrale fino al 30 giugno 2023 alle solite condizioni che abbiamo già indicato.

Perciò, è corretto affermare che il 30 giugno 2023 è l’ultima data utile entro la quale è possibile usufruire di questa agevolazione?

Purtroppo, sì. Dal 1° gennaio 2023, l’aliquota scende al 20%, poi al 15% nel 2024 ed infine al 10% nel 2025, con proroga semestrale condizionata di anno in anno.

Cosa viene previsto, invece, per il credito d’imposta sulle attività di ricerca e sviluppo?

Innanzitutto, viene confermata l’aliquota del 20% fino al 31 dicembre 2022, con un massimale fissato a 4 milioni di euro.

Dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2031 l’aliquota cala al 10%.

Per le attività di innovazione tecnologica, design e ideazione estetica, il credito viene riconosciuto fino al 31 dicembre 2023 in misura pari al 10% ed entro il limite massimo annuale di 2 milioni di euro. Nel 2024 e 2025 l’aliquota viene ridotta al 5%.

Quali sono le novità, invece, in tema di certificazione dei crediti?

Il Decreto semplificazioni fiscali ha introdotto la possibilità per le imprese di richiedere una certificazione che attesti la qualificazione degli investimenti effettuati o da effettuare ai fini della loro classificazione.

La certificazione, quindi, non è un obbligo ma si limita ad offrire una tutela ulteriore alle imprese, di fronte al rischio rappresentato dalle sanzioni amministrative.

A quali crediti d’imposta si potrà applicare la certificazione, una volta che saranno emanati i provvedimenti di attuazione?

La certificazione è valida per il credito d’imposta R&S, innovazione e design e copre anche

le attività di innovazione con finalità di transizione ecologica o digitale 4.0, che sono agevolate con aliquote speciali.

La Legge di Bilancio per l’anno 2022 non ha previsto ulteriori estensioni al credito d’imposta formazione 4.0. Cosa viene previsto dal 1° gennaio 2023?

Anche se la misura è stata confermata fino al 31 dicembre 2023, è plausibile che sia mantenuta anche in seguito.

Quali sono le ragioni che potrebbero far ipotizzare una conferma?

Principalmente il fatto che il Decreto Aiuti ha incrementato le intensità agevolative fino al 70% per le spese di formazione sostenute dalle piccole imprese ed al 50% dalle medie imprese.

La norma ha già visto una parziale attuazione con l’approvazione di un decreto ministeriale. Siamo in attesa di un secondo provvedimento, che disciplinerà nel dettaglio le modalità di accesso alle maggiorazioni.

È anche possibile il contrario, ovvero che lascino la norma senza provvedimenti attuativi e senza ulteriori proroghe?

Purtroppo, sì. Il tema delle norme non attuate è estremamente frequente. Ad esempio, non è ancora operativo lo scaglione fino a 50 milioni di euro introdotto dal Decreto Sostegni-ter con riferimento agli investimenti in beni strumentali inclusi nel PNRR e diretti alla realizzazione di obiettivi di transizione ecologica.

Quali sono le più importanti novità contenute nelle ultime istruzioni dell’Agenzia delle Entrate ai fini del monitoraggio dei crediti d’imposta 4.0?

In realtà, le novità sono limitate: i contribuenti dovranno inserire nel Modello Redditi 2022 tutti gli investimenti ammessi al credito d’imposta beni strumentali 4.0 (i) effettuati nel 2021 – indipendentemente dall’entrata in funzione e interconnessione – e/o (ii) prenotati al 31/12/2021 e realizzati nel 2022.

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