Contratto di sviluppo per l’agroalimentare |
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Periodo di apertura |
4 dicembre |
Beneficiari |
PMI + grandi imprese |
Agevolazione |
Fondo perduto e/o finanziamento |
Procedura di accesso |
Valutativa a sportello |
Quali sono le finalità?
Il Contratto di sviluppo per la filiera agroalimentare è uno sportello speciale della misura Contratto di sviluppo che intende favorire la competitività e la resilienza della struttura produttiva agroindustriale.
A chi è rivolto?
Possono presentare domande le imprese italiane ed estere, in forma singola ovvero congiunta mediante la forma del contratto di rete. In tale caso, l’organo comune – appositamente nominato – agisce come mandatario dei partecipanti al Contratto e assume in carico tutti gli adempimenti nei confronti di Invitalia.
Sono ammesse anche le imprese esercenti attività agricola primaria, ed operanti sull’intero territorio nazionale, nel rispetto delle disposizioni previste dalla sezione 1.1.1.3 «Aiuti agli investimenti nel settore della trasformazione o della commercializzazione dei prodotti agricoli» degli orientamenti per gli aiuti di Stato nei settori agricolo e forestale e nelle zone rurali (2022/C 485/01).
Quali agevolazioni offre il “Contratto di sviluppo agroalimentare”?
Le agevolazioni sono concesse nella forma del finanziamento agevolato e/o del contributo a fondo perduto in conto impianti nei limiti delle seguenti intensità massime:
- Mezzogiorno – fino al 40% per le imprese di grandi dimensioni, 50% per le imprese di medie dimensioni e 60% per le imprese di piccole dimensioni; più in dettaglio, le imprese devono essere site in aree del territorio nazionale ammesse alla deroga di cui all’art. 107, paragrafo 3, lettera a), del TFUE, come individuate dalla Carta degli aiuti di Stato a finalità regionale 2022-2027;
- Centro Nord e Abruzzo – fino al 30% per le imprese di grandi dimensioni, 40% per le imprese di medie dimensioni e 50% per le imprese di piccole dimensioni.
I soggetti beneficiari delle agevolazioni sono obbligati ad apportare un contributo finanziario pari almeno al 25% del totale delle spese ammissibili, attraverso risorse proprie ovvero mediante finanziamento esterno e/o comunque in una forma priva di qualsiasi tipo di sostegno pubblico.
Quali sono i progetti ammissibili dal bando “Contratti di sviluppo agroalimentare”?
Ai fini di ammissibilità, i progetti di investimento devono essere superiori a 20 milioni di euro, avviati successivamente alla presentazione della domanda, organici e funzionali al conseguimento degli obiettivi del programma di sviluppo, conformi alla legislazione nazionale e dell’Unione europea in materia di tutela ambientale e avere ad oggetto progetti di investimento nel settore della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli rientranti nelle seguenti tipologie:
- creazione di una nuova unità produttiva;
- ampliamento della capacità di un’unità produttiva esistente;
- riconversione di un’unità produttiva esistente, intesa quale diversificazione della produzione per ottenere prodotti che non rientrano nella stessa classe (codice numerico a quattro cifre) della classificazione delle attività economiche ATECO 2007 dei prodotti fabbricati in precedenza;
- ristrutturazione di un’unità produttiva esistente, intesa quale cambiamento fondamentale del processo produttivo esistente attuato attraverso l’introduzione di un nuovo processo produttivo o l’apporto di un notevole miglioramento al processo produttivo esistente, riduzione dell’impatto ambientale e miglioramento delle condizioni di sicurezza sul lavoro.
Non sono ammissibili i progetti di investimento diretti alla produzione di biocarburanti prodotti da colture alimentari e foraggere, realizzati per conformarsi alle norme dell’Unione europea in vigore e/o costituiti da investimenti di mera sostituzione.
In ogni caso, sono ammissibili i costi di seguito determinati, purché riferiti all’acquisto e alla costruzione di immobilizzazioni, come definite dagli articoli 2423 eseguenti del Codice civile, nella misura necessaria alle finalità del progetto:
- suolo aziendale e sue sistemazioni, nel limite del 10% dei costi totali ammissibili del progetto d’investimento;
- opere murarie e assimilate, nel limite del 40% costi totali ammissibili del progetto d’investimento;
- infrastrutture specifiche aziendali;
- macchinari, impianti e attrezzature varie, nuovi di fabbrica, fino al loro valore di mercato;
- l’acquisto o lo sviluppo di programmi informatici, soluzioni in cloud e soluzioni analoghe e l’acquisizione di brevetti, licenze, diritti d’autore e marchi commerciali;
- consulenze connesse al progetto d’investimento, nella misura massima del 4% dell’importo complessivo ammissibile del progetto d’investimento.
Come funziona la procedura di accesso?
Ai fini dell’accesso è prevista una procedura valutativa a sportello a decorrere dal 4 dicembre 2023. L’Ente Gestore è Invitalia.
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